Cronaca / Hinterland
Lunedì 05 Agosto 2019
Si aggrava la posizione dell’investitore
Duplice omicidio volontario
Per il trentatreenne di Curno che domenica mattina ha travolto e ucciso Luca Carissimi, si aggiungerà ora anche l’accusa di omicidio per la morte del secondo ragazzo, Matteo Ferrari.
Il quadro ancora non è del tutto chiaro, ma gli inquirenti, dopo le ricostruzioni eseguite sinora, hanno definito l’accusa per il M. S., 33 anni, di Curno, l’uomo alla guida della Mini Cooper che alle 4 di domenica mattina, 4 agosto, ad Azzano San Paolo ha travolto due ragazzi che viaggiavano in sella a una Vespa 125, uccidendoli: si tratta di duplice omicidio volontario per la morte di Luca Carissimi, 21 anni, e da oggi anche per quella di Matteo Ferrari, 18, spirato lunedì 5 agosto all’ospedale «Papa Giovanni».
Da alcune indiscrezione, pare che le telecamere sulla strada mostrino la Mini che affianca la Vespa su cui viaggiavano Luca e Matteo. La ricostruzione di ciò che è accaduto alle prime luci dell’alba di domenica ha ancora qualche buco. È confermato che il litigio tra i ragazzi sia cominciato all’interno della discoteca «Setai» di Orio al Serio, poco distante dal luogo dell’investimento: tutto sarebbe iniziato per degli apprezzamenti da parte di Luca alla ragazza di M. S. Un alterco continuato poi fuori dal locale e conclusosi tragicamente con l’inseguimento verso Azzano San Paolo. Non ancora chiaro il motivo per cui il lunotto posteriore della Mini fosse distrutto e chi lo abbia ridotto così.
M. S. è stato portato in carcere domenica sera dopo un ricovero in ospedale: era stato colto da una crisi di nervi quando gli inquirenti gli hanno illustrato la sua situazione, dopo essersi costituito. È ora a disposizione del pubblico ministero Raffaella Latorraca, titolare dell’inchiesta, che finora ha disposto l’autopsia sul corpo di Carissimi e una perizia cinematica sulla Mini Cooper. M. S. comparirà davanti al giudice Vito di Vita, per l’interrogatorio di convalida dell’arresto, mercoledì 7 agosto: la sua difesa è affidata agli avvocati Riccardo Tropea e Anna Marinelli.
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