Cronaca / Hinterland
Venerdì 22 Luglio 2016
Ai domiciliari il presidente di Terravision
L’azienda: fatti vecchi, ora c’è nuovo cda
Il gruppo gestisce il trasferimento passeggeri dai principali aeroporti italiani ed europei al centro delle città, anche sulla linea Orio al Serio-Milano.
Sequestro del complesso aziendale Terravision, società che si occupa del trasferimento di passeggeri dai principali aeroporti italiani, e arresti domiciliari del patron della società nonché presidente del Pisa calcio Fabio Petroni. È la conclusioni di un’indagine del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinata dalla Procura di Roma, iniziata nel 2013 sulle aziende riconducibili alla Terravision.
Le indagini hanno consentito, in una prima fase delle operazioni, di sottoporre a sequestro preventivo il compendio aziendale riconducibile al marchio Terravision, ovvero le licenze per trasporti di linea Roma-Ciampino-Fiumicino, Pisa/aeroporto-Firenze e Orio alSerio-Milano. Sequestrati anche i conti correnti bancari, i contratti commerciali e 13 bus nella disponibilità dell’azienda.
Le indagini hanno permesso di scoprire come gli amministratori di alcune società si siano sottratti al pagamento di ingenti debiti tributari e previdenziali, attuando manovre elusive. In particolare, la società titolare dei contratti con gli aeroporti, proprietaria anche degli autobus e delle licenze, era stata posta in liquidazione subito dopo aver ceduto a un «testa di legno» l’unico ramo d’azienda produttivo.
Ecco una nota dell’ufficio legale di Terravision: «In riferimento all’articolo pubblicato in data 22 luglio 2016 sulla Vostra testata giornalistica, si richiede l’applicazione della legge sulla stampa ed il diritto di rettifica. Le notizie di stampa uscite oggi e riportate sulla Vostra testata giornalistica, dovranno passare in giudizio del Tribunale per il quale pende un procedimento ancora in primo grado. In realtà i fatti raccontati nella cronaca di oggi - a parte la vicenda personale del Dott. Fabio Petroni - si riferiscono a tre anni fa e non al sequestro dell’intera azienda ma di alcuni rami di essa. Grazie alla presenza dell’amministrazione giudiziaria dall’aprile 2014, e grazie a un nuovo consiglio di amministrazione presente dal novembre 2015, formato da professionisti estranei a tutte le vicende precedenti, l’azienda ha continuato ad operare positivamente. Oggi la Terravision opera garantendo tutti i servizi e recentemente ha anche posto in essere nuove attività come il collegamento con l’aeroporto di Milano Malpensa. La società è a disposizione per ogni informazione sulle proprie attività, che sono “in bonis”».
Pubblichiamo la nota stampa del gruppo Terravision
Le notizie riportate dalla stampa - in questo caso anche dalla Guardia di Finanza - danno una versione errata della situazione giudiziaria riguardante il gruppo Terravision, anche e soprattutto a seguito del provvedimento a carico del Dr. Fabio Petroni, considerato il “Dominus” delle società appartenenti al gruppo Terravision. L’indagine della GDF si è conclusa prima del 2013, non in questi giorni. In quel tempo, nonostante il rigetto del GIP dr.ssa Tamburelli, alcuni rami d’azienda, quindi non tutta la realtà societaria, furono sottoposti alla cura e alla responsabilità dell’ AG. L’accertamento dei fatti, ovvero di eventuali addebiti per l’ipotesi di reati connessi alla bancarotta, appartiene da tempo ad un regolare processo, ancora pendente in primo grado, ormai alle fasi conclusive. Per capire gli errori riportati dalle fonti sui quotidiani è sufficiente leggere la nota dell’Agenzia delle Entrate del 24.04.2012, che costituisce un allegato PROPRIO della documentazione prodotta dalla GdF, che certifica la congruità del valore della cessione del ramo d’azienda per l’importo indicato nell’atto pubblico sottoscritto dinanzi ad un Notaio. Il Dr. Petroni - il quale da anni non interferisce sulla vita dell’impresa in ossequio all’azione della Magistratura - ha manifestato piena disponibilità a collaborare con la giustizia, dunque non si è mai sottratto ad alcuna fase delle indagini e del processo nel convincimento che possa essere fatta piena luce sulle operazioni contestate, riconoscendo la rettitudine e buona fede del suo operato.
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