Cronaca / Hinterland
Lunedì 06 Agosto 2018
Aereo d’epoca precipita sulle Alpi: 20 morti
Nel 2015 era passato anche da Orio
Era passato anche dal nostro aeroporto di Orio al Serio il velivolo che domenica è precipitato in Svizzera, causando la morte di venti persone.
Lo avevamo pubblicato proprio su queste pagine on line nel 2015 quando l’aeromobile aveva fatto la sua comparsa nello scalo, non passando di certo inosservato. Era atterrato nel giugno del 2015 ed era stato parcheggiato nell’area Nord dello scalo. Ora proprio quell’aereo è precipitato in Svizzera, una tragedia che ha causato 20 morti.
Sono tutti morti i 17 turisti svizzeri e austriaci e i tre membri d’equipaggio che erano a bordo del Junkers Ju-52 Hb-Hot, gioiello del 1939 apparentemente in perfette condizioni precipitato per cause ancora sconosciute sul Piz Segnas, tra il Canton Glarona e il Canton Grigioni, 50 minuti dopo il decollo dall’aerodromo Magadino di Locarno. Il velivolo sarebbe dovuto atterrare a Dübendorf, vicino a Zurigo, da dove era partito due giorni prima. Ma la «crociera vintage» sulle nuvole alla scoperta del Canton Ticino è finita domenica pomeriggio poco prima delle 17 con uno schianto in picchiata da 2.540 metri. Niente da fare per gli 11 uomini e le nove donne che avevano tra i 42 e gli 84 anni. Erano arrivati venerdì a Magadino, piccola frazione del Canton Ticino: poi un’escursione in una grotta a Meride e una notte a Lugano, da dove erano ripartiti per visitare il mercato di Porlezza, località turistica della provincia di Como. Poi di nuovo a bordo, verso casa, dove non sono mai arrivati. Sarà difficile stabilire le ragioni dell’incidente perché l’aereo, che non aveva segnalato avarie né lanciato Sos non era dotato di scatole nere e tra le montagne della zona – frequentata da escursionisti e sciatori e dove c’è anche un ghiacciaio – ci sono pochi radar. Le indagini saranno «relativamente complesse perché dobbiamo incrociare varie indicazioni, informazioni, rilevamenti e valutarli», ha detto Andreas Tobler, funzionario di polizia della zona, precisando che non ci sono segnali di «influenze esterne» e che l’aereo non ha preso fuoco né prima né dopo l’impatto e non ha perso parti durante il volo. Escluso anche lo scontro in volo con un qualche cavo.
La serie di Ju-52, costruiti in Germania in 5.000 esemplari, erano parte della flotta aeronautica svizzera, che li aveva dismessi nel 1981. Ma erano tornati a volare nel 1983, quando la compagnia Ju-Air aveva iniziato a utilizzarli per gli «Adventure flight», pacchetti per i cultori delle emozioni d’epoca: due giorni di volo comprensivi di pasti e di una notte in hotel a 1.136 franchi svizzeri. «Gli aerei sono guidati esclusivamente da piloti di grande esperienza, sottoposti a regolari controlli e revisionati dai nostri tecnici», ha spiegato Kurt Waldmeier, cofondatore e amministratore delegato della compagnia, precisando che «il velivolo che si è schiantato aveva 10.187 ore di volo e che gli interventi di manutenzione venivano effettuati ogni 35 ore di attività». L’ultimo era stato a fine luglio. L’aereo aveva volato durante tutto l’inverno, ha aggiunto Waldmeier, «senza problemi». La compagnia, che operava con altri due Ju-52, ha sospeso i voli fino a quando non saranno chiarite dinamica e cause dell’incidente.
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