Cronaca / Hinterland
Martedì 03 Aprile 2018
«Ancora un triste spettacolo»
Brumotti torna al Centro Servizi - Video
«Sono a visitare per l’ennesima volta questo spazio: qui non ci sono più finestre, non ci sono più porte: 130 mila metri cubi di struttura di cemento totalmente abbandonati». Vittorio Brumotti torna per «Striscia la Notizia» a Bergamo, al Centro Servizi.
Un video desolante che riapre una ferita nella Bergamasca: « Un cumulo di macerie: vetri, detriti. Un triste spettacolo all’interno. Una vera e propria discarica fatta di qualsiasi materiale» dice Brumotti che con la sua bici entra nella struttura e sale le scale: «Non ci sono protezioni, tutto distrutto: uno schifo sotto le mie ruote. Entrare è pericoloso».
Un viaggio tra le macerie e l’abbandono, fino al tetto: «Sono stati spesi 88 miliardi delle vecchie lire per una struttura che doveva essere utilizzata come archivio dati della Regione Lombardia» spiega Brumotti che decide di non concludere il servizio chiedendo informazioni sul futuro dell’area. Anche lui apre aver perso le speranze: «Troppi bla bla bla, meglio un giro in bici».
https://www.ecodibergamo.it/videos/video/striscia-la-notizia-ad-azzano_1036488_44/«Striscia» ha fatto visita al centro più volte. Nel 2007 il servizio con il Gabibbo, ma anche già nel 2001 il pupazzo rosso aveva fatto la sua comparsa in città per indagare sull’argomento: «Dopo anni siamo tornati cercando risposte, di situazioni simili a quelle del Centro servizi ce ne sono in tutta Italia» avevano detto da Mediaset.
La struttura al confine con Azzano San Paolo venne infatti edificata dal ministero delle Finanze negli anni Novanta: era destinata a raccogliere pratiche da tutta la regione. In realtà non è mai stata utilizzata e oggi è in stato di degrado: per utilizzarla in passato si sono fatte avanti Provincia e Accademia della Guardia di Finanza, ma il costo della struttura si è rivelato proibitivo e le sue condizioni precarie.
Con un appunto del sindaco di Azzano San Paolo: «Striscia ha sbagliato: non siamo ad Azzano, ma a Bergamo». E la lettera è subito partita con la precisazione a Mediaset.
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