Sud America
Salite in alta quota

Dopo aver salito gli splendidi vulcani di Guatemala, Costa Rica e Panama, ci siamo diretti verso il Sud America. I nostri obiettivi sono ambiziosi: Cotopaxi (5.897 metri, Ecuador), Pisco (5.760 mt, Peru) e Aconcagua (6.965 mt, Argentina).

Dopo aver salito gli splendidi vulcani di Guatemala, Costa Rica e Panama, ci siamo diretti verso il Sud America. I nostri obiettivi sono ambiziosi: Cotopaxi (5.897 metri, Ecuador), Pisco (5.760 mt., Peru) e Aconcagua (6.965 mt., Argentina).

Abbiamo iniziato con il Cotopaxi, uno stratovulcano di 5.897 metri caratterizzato dal suo fantastico ghiacciaio, uno dei pochi presenti in Ecuador. Dopo 8 giorni passati al livello del mare, alle Isole Galapagos, è stato molto difficile per noi acclimatarci all'altitudine. Abbiamo cercato di accelerare la nostra preparazione fisica scalando prima il Ruco Pichincha, 4.696 m, e poi l'Illiniza Norte, 5.150 metri.

Recentemente tre alpinisti sono morti sull'Illiniza Sur, quindi è attualmente obbligatorio contrattare una guida certificata per scalare qualsiasi montagna presente nei Parchi nazionali ecuadoriani. Il problema è che tutte le guide locali sono abituate fin da bambini a radunare gli animali e giocare a calcio a quote tra i 4.000 e i 4.500 metri di altitudine. Per noi è stato difficilissimo seguire il loro ritmo sostenuto di salita!

Raggiunte le due vette di acclimatamento del Pichincha e dell'Illiniza, ci siamo recati al Parco nazionale Cotopaxi per affrontare la dura scalata del vulcano omonimo, fino a quasi 6.000 metri. Dal rifugio di appoggio, a quota 4.800 metri (quota del Monte Bianco!), siamo partiti alla mezzanotte con l'obiettivo di raggiungere la vetta all'alba.

La notte era mite, tranquilla e piena di stelle. Abbiamo scalato lentamente il pendio roccioso fino a quando siamo saltati sul ghiacciaio a 5.200 metri. Nella parte inferiore del ghiacciaio abbiamo dovuto attraversare diversi profondi crepacci. È stata durissima! Era incredibilmente ripido, con rampe fino a 55 gradi!

Nel buio non potevamo vedere la traccia da seguire, ma potevamo vedere la nostra guida Jaime che continuava a salire, sempre più in alto. Ci sono volute 6 ore per raggiungere la cima. È impossibile descrivere la sensazione che abbiamo provato sul bordo del cratere a 5.897 metri. A sud-ovest abbiamo potuto ammirare i ghiacci del Chimborazo (6.300 metri) elevarsi al di sopra delle nuvole, a ovest i due Illinizas, Sur e Norte, e a nord-est i ghiacciai dei vulcani Cayambe e Antesana.

È incredibile come è totalmente differente scalare le montagne in alta quota. È una battaglia psicologica più che uno sforzo fisico. A meno che non si sia brillantemente acclimatati si soffrono tutti gli effetti spiacevoli dell'altitudine. Quando la nausea inizia ci si deve convincere che non è reale, che non è importante, e che se ne andrà.

Se si combatte la nausea come se fosse qualcosa di reale, allora si perderà la battaglia. Ma una volta che si vince la barriera psicologica, allora è fatta, la via verso la vetta diventa molto più facile. Ci è successo al Cotopaxi ed è stata una buona esperienza per continuare a maggiori altitudini. Speriamo di avere sia la forza psicologica che fisica per la scalata dell'Aconcagua in gennaio! Ma prima, direzione Peru, per scalare il Pisco, nella catena della Cordillera Blanca (5.760 metri!). Alla prossima.

Marco Ponti

© RIPRODUZIONE RISERVATA