La birra «Otus»
alla Domus Bergamo

Con il nome latino di «Otus» (in italiano, gufo, nel senso di animale saggio da cui apprendere) ecco operativo da qualche mese a Seriate un nuovo birrificio, con il quale superano ormai la dozzina i birrifici artigianali bergamaschi.

Otus si distingue da subito per essere una srl a vasta base societaria: 25 soci. Gli intenti imprenditoriali comprendono anche connotazioni ambientali e sociali (vedi la presenza della cooperativa Aeper, presidente Raffaele Casamenti, che opera a favore di persone disagiate e in difficoltà). Il birraio è Mauro Bertolini, dottore in enologia con alle spalle esperienze all’estero nel mondo della birra. Presidente Anna Cremonesi.

La produzione Otus nel 2015 si attesterà sui 100 mila litri, anche se l’ ambizioso obiettivo nel medio-lungo termine è di arrivare a un milione di litri. La distribuzione è affidata alla 4R di Torre de’ Roveri, il cui presidente Giampietro Rota è nel cda di Otus assieme a Anna Cremonesi, Ruben Agazzi, Micaela Barni e Ernesto Marchesi.

Ogni birra Otus, è evidente per chi cerca la qualità, non è né pastorizzata né filtrata. Grazie all’accordo raggiunto con la Domus Bergamo, le birre Otus possono essere degustate, in bottiglia o alla spina, nella «vetrina» Expo in piazza Dante a Bergamo per tutto il periodo dell’Expo.

In questa sede si è svolta - organizzata da Slow Food - una degustazione guidata che ha suscitato interesse nell’uditorio. Del nuovo birrificio hanno parlato la presidente Cremonesi e il birraio Bertolini. Sono state degustate una Blond Ale di ispirazione tedesca, una Red Ale (di ispirazione inglese, con sapori di caramello e cioccolato) e una Strong Ale, 7 gradi, con tutta l’aromaticità del lievito belga.

Il gufo occhieggia sull’insegna della sede di via Rumi a Seriate: i clienti possono chiamare al numero 035 296473 o informarsi su www.birrificiootus.com. Il neonato birrificio riprende la tradizione della birra di Seriate, la cui acqua, per la sua leggerezza, è considerata ideale per la produzione di «pane liquido» (così è anche chiamata la birra). Accanto ovviamente al malto, al luppolo e agli altri ingredienti, tutti di qualità, per ora importati dalla Germania e dal Belgio ma che in futuro potrebbero essere prodotti in loco.

Roberto Vitali

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