Enogastronomia / Bergamo Città
Mercoledì 08 Aprile 2015
Il Ducato si fa goloso
e lancia «ol biscòt di tri gós»
Prima due dotte relazioni sul Gioppino tra storia e leggenda e sulle cause della formazione dei gozzi, poi l’assaggio per scegliere «ol biscòt di tri gós», particolare e unico biscotto secco che richiama ovviamente Gioppino e il suo gozzo e che il Ducato di Piazza Pontida intende commercializzare in esclusiva durante le proprie iniziative.
Scelta difficile tra i quattro, tutti buoni, proposti da Claudia Marchesi, figlia del socio Gianmario. La produzione verrà affidata alla Pasticceria Bonati di Paladina. «Top secret» l’ingrediente che farà la differenza, da aggiungersi - ovviamente - a uova, zucchero e farina. Qualcosa di più, invece, sulla forma del nuovo biscotto secco, che richiamerà quella del celebre gozzo del Gioppino.
Il nuovo biscotto si affianca così al vino Trigos (un Valcalepio Rosso Doc della Cantina La Brugherata di Scanzorosciate) lanciato alcuni anni fa dall’associazione culturale I Gioppini di Zanica, sodalizio che ha iniziato un percorso di maggiore collaborazione con il Ducato sotto l’impulso dato dal nuovo Duca Smiciatot I. In occasione dell’ultimo «Giovedì culturale» tenuto dal Ducato nella sua sede (affollata), il Gruppo i Gioppini ha dato dimostrazione di cavarsela anche con la baracca e i burattini, dando vita alla rappresentazione di «Gioppino e la metà del bottino» scritta da Fabrizio Dettamanti.
La simpatica serata è iniziata con la documentatissima relazione della professoressa Giusy Bonacina sulla figura del Gioppino tra realtà e fantasia, non maschera ma burattino, star della baracca e mai andato a teatro, sempre pronto a schierarsi dalla parte dei deboli e a punire i cattivi.
La sua nascita si fa risalire ai primi dell’Ottocento a Zanica. Il professor Eliseo Minola, specialista delle malattie infettive alla Humanitas Gavazzeni, ha spiegato come la formazione del gozzo multilobato del Giopì sia tipico della popolazione più povera dell’Ottocento, che aveva una alimentazione scarsa e povera di iodio, sale, pesce di mare, carne, latte e uova. Mangiando sempre polenta e «broccole», a Gioppino si è deformata la tiroide in un gozzo trilaterale, brutto a vedersi ma che non incideva sulla voce e le capacità intellettive.
All’incontro hanno partecipato Maria Gabriella Lay, funzionario dell’Organizzazione internazionale del Lavoro in seno all’Onu e Albert Bagno, di origine francese, consigliere dell’Unione internazionale della Marionetta, che in Francia ha scritto molto della figura del Gioppino bergamasco. Prossime iniziative del Ducato: 15 aprile visita al Raviolificio Poker di Albano Sant’Alessandro; 9-10 maggio corsa con i cerchi sulle Mura; 30 maggio visita all’Expo.
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