Enogastronomia / Hinterland
Lunedì 22 Agosto 2016
Da Bruno alla Caprese
nel ricordo di Veronelli
La storia de «La Caprese»di Mozzo va di pari passo con la crescita della ristorazione in provincia di Bergamo, dove oggi si contano numerosi locali di grande livello. Ebbene, la cucina di Bruno Federico (nativo di Capri) e il suo locale di Mozzo (che ha compiuto 40 anni di vita) hanno rappresentato per tanti giovani ristoratori un modello da imitare.
Un modello anche nell’impegno associativo perché Bruno Federico, sommelier professionista, è stato delegato Ais di Bergamo per 10 anni nonché, ancora oggi, rappresentante dei ristoratori nell’Ascom-Fipe. Memorabile la sua amicizia con Gino Veronelli, che a «La Caprese» era di casa.
Dedicata a Veronelli e ai piatti che lui preferiva una cena di inizio agosto Da Bruno La Caprese a Mozzo, un tiro di schioppo dal centro di Bergamo ma già in collina e nella frescura del giardino. Una serata anche per salutare clienti e amici prima delle ferie (le ferie di amici e clienti perchè Bruno invece lavora tutto agosto) e per proporre tre vini particolari, anche provocatori. Sì, perché ci vuole coraggio – come lo aveva Veronelli - per mettere uno dopo l’altro il Tener Spumante Brut di Castello Banfi (Metodo Martinotti) e uno Champagne Brut firmato Joseph Perrier, ma sugli abbinamenti Bruno non sbaglia mai. I due vini in sé, per gli esperti, hanno un bel divario tra loro, ma a inizio pasto, con una fresca panzanella estiva “mare e orto” e con una pasta “mischiata” con patate e cozze, il Tener Spumante di Castello Banfi (uvaggio di Chardonnay e Sauvignon) ha fatto quello che doveva: introdurre senza sovrastare, piacevole senza entusiasmare ma anche senza stancare. Alle donne è piaciuto in modo particolare, per leggerezza e amabilità. «Non è certo una sfida quella che ho voluto fare – chiarisce Bruno – ma dimostrare che ad ogni piatto si può abbinare un vino giusto, anche se non di grande costo come il Tener».
Lo Champagne Joseph Perrier Brut è entrato in campo sul piatto seguente, il mitico «Gran fritto di paranza», servito su piatto di portata al centro del tavolo, lasciando i commensali liberi di prendere la tipologia preferita tra i vari freschissimi doni del mare… Leggero e gustoso, il fritto si è ben sposato con lo Champagne, che è corso a fiumi. La Cuvée è composta dall’equilibrato assemblaggio di uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier provenienti da un’attenta selezione di 20 differenti Crus nel cuore della storica Champagne. Al naso riporta note agrumate a cui seguono fragranze di mela renetta e pesca che portano ad un finale incantevole con profumi di vaniglia e cannella. Finale lungo, fresco ed elegante. Entusiasta di questo vino anche Gigi Battaglia, noto esperto dal palato finissimo, titolare del Caffè Plaza di Colognola-Bergamo. In Italia, da anni, la Casa di Champagne Joseph Perrier è distribuita da Castello Banfi, di cui per la provincia di Bergamo è rappresentante di zona Mario Fumagalli di Urgnano. Per finire un sorbetto all’anguria abbinato al Rosa Regale Brachetto d’Acqui Docg, brioso al punto giusto, non stucchevole, che Castello Banfi produce nella sua Tenuta piemontese di Strevi.
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