Enogastronomia / Hinterland
Domenica 02 Marzo 2014
Chef Gotti in Norvegia
per la cucina italiana
In cima: è sul podio dell’arte culinaria che vuole stare giustamente Francesco Gotti, chef del Bobadilla di Dalmine e componente della squadra nazionale della Fic-Federazione Italiana Cuochi. Miete allori e si piazza nelle migliori posizioni nelle competizioni per professionisti.
In cima: è sul podio dell’arte culinaria che vuole stare giustamente Francesco Gotti, chef del Bobadilla di Dalmine e componente della squadra nazionale della Fic-Federazione Italiana Cuochi. Miete allori e si piazza nelle migliori posizioni nelle competizioni per professionisti, come le Olimpiadi di Cucina a Erfurt e i Campionati Europei in Galles, sempre con i colori della Fic. Ultimo, in termini di tempo ma non di importanza, è lo speciale Award assegnato a Gotti in occasione del premio “Italia a Tavola - Personaggio dell’anno”, consegnatogli l’1 marzo all’Hotel Baglioni di Firenze.
Nella motivazione del riconoscimento, la nota rivista riconosce che il campione della Fic esalta con il suo lavoro “l’importanza per l’enogastronomia di progetti innovativi per menu di qualità per la ristorazione e i catering, con particolare attenzione al valore food cost nell’interesse dei consumatori”.
Ben lontano da reality di successo, che per esigenze di spettacolo mostrano cucine e brigate improbabili, Gotti invece fa vedere la vera natura di una professione che nella quotidianità richiede passione e tecnica. La prossima gara ai fornelli che attende Gotti e l’altro fuoriclasse della Fic, Giovanni Lorusso, è l’ambito “Global Chef Challenge 2014”, a luglio in Norvegia, dove si svolgerà anche il Congresso annuale della Wacs-World Association Chefs Society che riunirà le delegazioni dei cuochi di tutto il mondo: in questo ambito, le due “berrette bianche” italiane sapranno senz’altro tenere alto l’onore del made in Italy alimentare e far conoscere i nostri prodotti.
Francesco Gotti è un personaggio moderno che in cucina si pone con la passione e la sapienza di un grande chef e il pragmatismo di un ingegnere gestionale. Un mix di genio e regolatezza che è espresso nel libro “Pensavo fosse…invece è”, nel quale 28 ricette stupiscono il lettore perché i piatti mostrano sembianze di cibi completamente diversi dalle materie prime di cui sono composti: c’è il cono gelato che in realtà è una cialda di parmigiano con mousse di ricotta alla barbabietola; il tiramisù preparato con formaggio di capra, paté di olive e biscotto; cozze gelatinate con riccio di mare che sembrano caldarroste. Ma il piatto della sua passione è il risotto con il Vialone Nano, condito con liquirizia, rosmarino e polvere di caffè.
Roberto Vitali
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