Caffè del Tasso
25 anni coi Menalli

A settembre la famiglia Menalli compie e festeggia 25 anni di gestione del Caffè del Tasso, il noto locale storico di Piazza Vecchia, uno dei più antichi in Italia: vi sono documenti che ne testimoniano l’esistenza già nel 1476 con il nome di “Locanda delle due Spade”.

A settembre la famiglia Menalli compie e festeggia 25 anni di gestione del Caffè del Tasso, il noto locale storico di Piazza Vecchia, uno dei più antichi in Italia: vi sono documenti che ne testimoniano l’esistenza già nel 1476 con il nome di “Locanda delle due Spade”.

La famiglia Menalli ha mille e più motivi per fare festa, perché con il suo arrivo da Trezzo sull’Adda a Bergamo, nel settembre 1989, ha iniziato una vera e propria escalation nel settore della caffetteria e della ristorazione.

Oggi l’impegno della famiglia non si limita al frequentatissimo caffè-ristorante di Piazza Vecchia, ma dal 2005 si è esteso alla vicina pasticceria-gelateria, sempre “del Tasso”, mentre nel 2013, a Bergamo Bassa, via Sant’Orsola, i Menalli hanno aperto il Caffè Sant’Orsola, un piccolo concentrato di squisitezze esclusive da ogni angolo del mondo, dai pregiati cru di caffè ai cioccolati più celebri, dalle tisane inglesi ai gelati e alla raffinata pasticceria di propria produzione. E l’escalation sembra destinata a continuare, come scriviamo nel pezzo qui a lato.

La storia

Nel 1681 in Piazza Vecchia, nelle vicinanze della Locanda due Spade, venne eretta la statua del poeta Torquato Tasso, l’autore della “Gerusalemme Liberata”, nato a Sorrento ma da genitori di origine bergamasca, originari – come tutta la famiglia – di Cornello dei Tasso. Da allora il locale attiguo alla statua prese il nome di “Torquato Tasso Caffè e Bottiglieria”, poi semplificato in Caffè del Tasso. Data l’ottima collocazione e la considerazione di cui ha sempre goduto, il locale ha legato la sua storia a quella della città. Nel 1859 vi si riunirono i giovani volontari bergamaschi pronti a seguire Garibaldi nella spedizione dei Mille. Nel secondo Ottocento, dismessa l’austera veste medievale, il locale venne abbellito secondo il gusto dello stile neoclassico. Ancora oggi vi si respira un’aria d’altri tempi e d’altri ritmi di vita: il visitatore rimane incantato sia dall’atmosfera della piazza sia dal calore famigliare degli interni. Il Tasso fa parte della catena associativa dei “Locali Storici d’Italia”, che riunisce locali pubblici di antica fondazione e di celebrata tradizione, capaci di rinnovarsi mantenendo intatto l’originale fascino.

Sulle pareti del “Tasso” si possono vedere foto e documenti che testimoniano la storia che è passata di qui, come ad esempio la foto di Agostino Pasquinelli, il capobanda dei volontari che si unirono a Garibaldi in partenza per la Sicilia. C’è la foto che ritrae Ugo Tognazzi e Senta Berger durante le riprese del film “Cuori solitati” nel 1970. Alain Delon e Brigitte Bardot sono ritratti in una foto durante una pausa nella lavorazione del film “Tre passi nel delirio”. Tanti altri artisti e personaggi sono passati e passano dal “Tasso”: da Renato Pozzetto a Mariangela Melato, da Charlton Heston a Dennis Hopper, da Helenio Herrera al maestro Gianadrea Gavazzeni, all’architetto Le Corbuisier che definì quella Vecchia “una delle più belle piazze del mondo”. L’archivio del Tasso conserva registri con circa due mila firma di clienti che esprimono liberamente i loro complimenti: tra loro molte firme celebri.

I Menalli

Papà Giuseppe Menalli, mamma Erminia, i figli Marcello e Massimo cominciarono la gestione del “Tasso” il primo settembre 1989. Non erano nuovi del mestiere. Papà Giuseppe, allora cinquantenne, aveva dapprima gestito un bar a Trezzo sull’Adda, quindi si era trasferito per cinque anni a Alassio, dove è stato determinante per il successo del Caffè Riviera, portandolo agli onori della cronaca mondana del tempo. Quindi la scelta di Bergamo. Gli inizi furono duri perché il Caffè del Tasso era stato trascurato negli ultimi anni, ma con la gestione Menalli è stato un continuo crescendo di consensi e di successi. Il primogenito Marcello aveva 21 anni ed aveva giù lavorato come barman sulle navi di Costa Crociere; il fratello Massimo, cinque anni più giovane, si era appena diplomato cuoco all’istituto alberghiero. Il lavoro crebbe di anno in anno, d’estate sulla piazza, d’inverno all’interno. Oggi Caffè del Tasso vuol dire signorile accoglienza in ogni ora della giornata, per lasciarsi sedurre da sfiziose colazioni, da intriganti aperitivi, da gustosi spuntini, da pranzi più o meno impegnativi e cene da buongustai. Accanto alla tradizionale attività di caffetteria, da circa due anni, con l’arrivo dello chef Maurizio Bonomi, il Tasso è anche ristorante a tutti gli effetti, con menù che spaziano sulla cucina internazionale e quella mediterranea (dai casoncelli bergamaschi alla insalatina di agrumi e gamberi, all’hamburger di angus con misticanza). Qui si può mangiare (tutti piatti preparati al momento) dalle 12 alle 22 senza interruzione d’orario, una opportunità che tarda ad affermarsi in Italia e che al “Tasso” detta scuola. Il locale viene usato anche per feste di laurea e piccoli eventi, per il fascino di queste antiche mura ma anche per la professionalità dei Menalli e dei loro collaboratori.

Un discorso a parte merita la cantina, sia quella in muratura (al piano sottostante, tra mura di grandi pietre antiche risalenti alla fine del Quattrocento) sia quella riferita a vini e distillati. Il Tasso mette e a disposizione una raffinatissima selezione di distillati dai quattro angoli della terra (comprese le selezioni rarissime di rum e whisky firmati da Samaroli) ed una scelta tra 300 etichette di vini pregiatissimi di tutta Italia e dal mondo. Sulle casse in legno che contengono pregiate bottiglie si leggono i nomi di Sassicaia, Chateau Petrus, Gaja, Giacomo Conterno, Romanée Conti, Bellavista, Ornellaia, Bastianich e tanti altri. «Non me ne arrivano tante di bottiglie così preziose – osserva Marcello – perché i produttori hanno tutto il mondo da accontentare, però io le ho e sono già tutte prenotate da veri intenditori».

Cosa c’è alla base del vostro successo? «La voglia di lavorare e di fare le cose per bene che è tipica dei bergamaschi – risponde Marcello, 47 anni, fisico asciutto, viso da bravo ragazzo – e naturalmente l’aiuto dei propri famigliari. Mia moglie Rosanna dà una grossa mano ed avere collaboratori validi oggi è la cosa più importante in ogni attività. Io ho idee, entusiasmo e la fortuna che mi bastano poche ore di sonno, ma non posso arrivare dappertutto, di qui la necessità di trovare collaborazioni valide, soprattutto se sono in vista nuove iniziative».

Roberto Vitali

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