Enogastronomia / Valle Cavallina
Lunedì 13 Aprile 2015
A Carobbio l’Accademia della Cucina
rende omaggio alle tradizioni culinarie
Le riunioni conviviali della sezione bergamasca della Accademia Italiana della Cucina – delegato l’avvocato Lucio Piombi – non sono mai banali, perché sempre accompagnate da relazioni di esperti su temi legati ala civiltà della tavola.
L’ultima in ordine di tempo si è svolta all’Hosteria del Vapore, alla frazione Cicola di Carobbio degli Angeli. La Regione Lombardia lo ha ufficialmente riconosciuto, nei giorni scorsi, «locale storico»: in un antico edificio del secolo XII si fa ristorazione almeno dal 1870 , sempre in affidamento alla stessa famiglia Berzi. Oggi il timone del comando è sempre più nelle mani del giovane Stefano, 22 anni, esperto in vini, birre e preparazione di dolci. Dal prossimo settembre Stefano , dopo aver superato una rigida selezione, farà parte dei 21 allievi che frequenteranno per nove mesi il Master Sommelier Alma-Ais alla Università della Cucina di Colorno (Parma). In cucina e sala sempre indispensabile è il lavoro dei genitori, mamma Monica e papà Giampaolo.
La riunione dei soci Accademici ha visto la relazione, molto interessante, del professor Michele Corti, docente di zootecnia di montagna all’Università degli Studi di Milano, autore di un recente volume, «Cibo e identità locale», che racconta la rinascita di alcuni luoghi della Lombardia che hanno ripreso antiche tradizioni culinarie non omologate ai modelli dominanti delle multinazionali, trasformandole in occasioni di sviluppo turistico. Due in particolare le realtà illustrate: la riscoperta e produzione dello «stracchino all’antica» a Corna Imagna con la nascita della «Casa dello stracchino» nel 2011 e di una cooperativa agricola che ha dato vita all’Antica Locanda Roncaglia dove è possibile mangiare specialità locali che si andavano perdendo.
Altro esempio di rinascita cultural-gastronomica il mais spinato di Gandino, che si stava scomparendo e oggi – sia pure in quantità ancora limitate – rappresenta il non plus ultra per preparazioni, in primis la polenta, che davvero abbiano il sapore «di una volta». Anche Gandino, ridimensionate le imprese tessili, sta cercando di sviluppare le potenzialità economiche con l’agroalimentare e il turismo culturale.
Per quanto riguarda la cena, la famiglia Berzi ha messo in tavola prima degli ottimi tortellini (in brodo e asciutti) ripieni con carne di manzo, di pollo e Grana Padano 24 mesi. Quindi la carrellata dei bolliti (cotechino, gallina, lingua, biancostato e cappello del prete) per finire con il classico tiramisù della Casa. Vini in abbinamento il Lambrusco di Rinaldini e il Valcalepio Rosso della Cantina sociale di San Paolo d’Argon.
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