Ha trovato fortuna e valorizzazione a Trento il cuoco Giacomo Franini, 57 anni, nato a Schilpario, dove ormai torna solo un paio di volte l'anno per salutare parenti e amici. A 15-16 anni aveva iniziato la “gavetta” al ristorante “Piemontese” di Bergamo, poi aiuto-cuoco a “La Pergola” (gloriosa ma scomparsa) di via Borgo Canale, quindi capo partita dei primi piatti al “Grattacielo” di Gazzaniga.
Dal 1989 è executive chef all'Antica Trattoria Due Mori, nel centro storico di Trento, uno dei locali più noti e apprezzati del capoluogo trentino per la sua cucina del territorio.
A portare al successo il “Due Mori” è stata la famiglia Dalpalù (papà Fabio, mamma Lucia, i tre figli Martina, Marzio, Roberta che collaborano, part time, all'attività di famiglia) in collaborazione appunto con lo chef bergamasco che qui si è trovato molto bene.
I coniugi Dalpalù gestiscono il “Due Mori” dal 1988 e da subito hanno fatto parte della Associazione Ristoranti Regionali-Cucina Doc, nata a Bergamo nel 1974 per iniziativa di Roberto Maggiano e poi portata avanti da Marinella Argentieri, oggi presidente. Fabio e Lucia, grazie alle iniziative di Maggiano-Argentieri, hanno potuto presentare le loro specialità in numerosi convegni enogastronomici: nel Chianti, ad Alghero, ad Ischia, a Bergamo ed anche a Graz in Austria, sempre per promuovere la cucina trentina.
Nei giorni scorsi, al ristorante “Due Mori” è stata consegnata la tavoletta-insegna dell'associazione che testimonia almeno 25 anni di appartenenza al sodalizio, che si appresta il prossimo anno a compiere ben 40 anni di vita. Nella circostanza, Franini ha cucinato i suoi celebri “canederlotti con il Puzzone di Moena”, tipico formaggio della zona.
Roberto Vitali
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