Le ormai vicine festività natalizie porteranno sulle tavole italiane anche i “vini della pace”: da pochi giorni sono infatti disponibili anche nel nostro Paese una serie di particolari tipologie enoiche della storica cantina del convento salesiano di Cremisan, la cui fondazione risale al 1885.
Si tratta di prodotti unici e particolari, nati dalla vinificazione di vitigni autoctoni della Palestina salvati dall'estinzione, ed ora disponibili, seppur in quantità limitata, anche sulla sponda bresciana del lago di Garda: alcune delle etichette di Cremisan sono state infatti importate per essere distribuite e vendute senza scopo di lucro da Civielle- Cantine della Valtènesi e della Lugana di Moniga del Garda (Bs), fra i partner principali del progetto “Territori diVini” promosso dal VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), che ha per scopo il sostegno alle iniziative per la pace e il dialogo nel Medio-Oriente attraverso un prodotto che da sempre accompagna l'uomo nel suo cammino di civiltà.
Giunge così ad una nuova, importante tappa il faticoso cammino di un'iniziativa solidale certo non facile da realizzare, ma che ora è arrivata ad un traguardo importante: quello cioè di rendere disponibili agli appassionati una serie di vini fino ad ora completamente sconosciuti, prodotti con vitigni autoctoni come Hamdani – Jandaly e Baladi (a bacca bianca) e Dabouki (un rosso), alla cui riscoperta e valorizzazione ha lavorato in Palestina un enologo italiano di fama internazionale come Riccardo Cotarella.
A questi si aggiunge un “vino da messa” prodotto con un uvaggio che comprende anche vitigni internazionali: Moscato d'Alessandria, Emerald Riesling e Chardonnay, coltivati in Terrasanta in parte nella zona di Betlemme ed in parte nella splendida tenuta del convento salesiano di Bet Jemal tra Gerusalemme e Tel Aviv, dove è stata ritrovata la tomba del primo martire cristiano Santo Stefano.
Per ulteriori informazioni su progetto “Territori diVini”, si può visitare il sito www.civielle.com.
© RIPRODUZIONE RISERVATA