«Tipicità Marche»
La Fiera del gusto

Una regione che lavora a testa bassa, produce eccellenze e inventa nuovi mercati. Sono le Marche. Questo ha dimostrato ancora una volta – e sempre più chiaramente – la manifestazione “Tipicità Marche”, pensata 20 anni fa da Angelo Serri e che, dopo 20 anni, è diventata, ad ogni primavera, un momento di sintesi e di ripartenza per fare delle Marche una regione sempre più produttiva e accogliente.

Sì, accogliente, perché il turismo qui va bene a braccetto con l'artigianato e l'industria (i capannoni sono raccolti a fondo valle e non disturbano più di tanto). Nato come mostra-mercato di prodotti agroalimentari , di cui la regione è ricchissima, “Tipicità Marche” si è via via allargata (anche in metri quadri) a prendere in considerazione gli altri aspetti della genialità e operosità di questa terra. Si va dalle scarpe (qui è un vero e proprio distretto delle calzature, basta citare la Tod's o Lory Blu) all'oreficeria, dai cappelli alla sartoria, dalla lavorazione del ferro e della pietra alla camiceria e maglieria…E soprattutto tutta la ricchezza delle specialità gastronomiche, il cui elenco sarebbe lunghissimo.

In fiera, un settore amplissimo avevano i vini e gli oli marchigiani, quindi i salumi, i liquori (Varnelli su tutti), le paste (anche quella di Campofilone, con Spinosi in primo piano), i dolci, il miele, prodotti ittici, le carni fresche e quant'altro. Il mercatino che chiudeva il percorso fieristico ha fatto affari, perché i visitatori, dopo aver assaggiato lungo il percorso, hanno messo mano al portafogli ed hanno acquistato tutto quel che si poteva, borsoni pesanti permettendo.

Che il successo sia arriso anche a questa ventesima edizione di “Tipicità Marche” lo si è capito, oltre che dall'aumento degli ingressi a pagamento, dal numero delle personalità arrivate a Fermo da tutta la regione, dal presidente della Regione ai presidenti di Provincia, sindaci, esponenti di Camera di Commercio e altri enti che si occupano di economia e sviluppo. Un paio di dibattiti hanno messo in luce le grandi aperture che le Marche stanno creando per l'esportazione (ospite d'onore la Serbia, la Norvegia, la provincia di Gorizia, la Camera di Commercio di Trapani).

E' stato auspicato un accordo tra tutte le regioni e stati che si affacciano sul Mar Adriatico, per una politica comune. Esportazione sì, ma anche incoming, perché le Marche sono una regione che vale la pena girare in lungo e in largo. Non è stato trascurato l'aspetto turistico. In fiera erano presenti Comuni e Pro Loco di decine e decine di centri marchigiani. Giornalisti e ospiti da fuori regione sono stati accompagnati in visita ad Ancona (con giro su un peschereccio e pranzo tipico a bordo, con pesce appena pescato), alle città di Fermo e di Macerata. La monumentale piazza centrale di Fermo merita un viaggio, così come sono una grande scoperta le sotterranee cisterne dell'acquedotto di epoca romana, mentre un piccolo gioiello architettonico è il Teatro dell'Aquila. Nella biblioteca comunale, con impianto e arredi secenteschi, un gigantesco mappamondo del Settecento, uno dei simboli della città. Macerata, elegante e a misura d'uomo, sorge su un colle in posizione panoramica.

Passeggiando per il centro l'atmosfera dei palazzi è quella del Settecento. Il monumento simbolo è lo Sferisterio, una delle opere più significative del tardo Neoclassicismo europeo. Inaugurato nel 1829, originariamente realizzato per il gioco del pallone con il bracciale, venne poi usato per gli spettacoli di “caccia al toro”. Oggi ospita un importante programma di stagione lirica estiva. Non è stato dimenticato Porto San Giorgio, importante centro commerciale e balneare, dove è uno dei principali porti pescherecci e turistici d'Italia, con oltre 850 posti barca.

Qui è anche ormeggiata una “paranza” tra le ultime sopravvissute: “La Vittoriosa”, costruita nel 1942. E sempre a Porto San Giorgio possiamo dare un consiglio su due ristoranti che abbiamo provato e dove siamo stati bene: la “Trattoria Lorè” (piccola, conduzione famigliare, dove si possono assaggiare piatti tipici della cucina marinara locale) e il “Minonda”, locale caratteristico direttamente sulla spiaggia dell'elegante località balneare.

Roberto Vitali

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