Anche a Caldaro, nella Bassa Atesina, in provincia di Bolzano, la polenta è un patrimonio della gastronomia locale, solo che, invece al coniglio o al salame come avviene da noi, la si accompagna al gulasch e alle salsicce. E alcuni ristoranti della zona propongono gli gnocchi di polenta, la rosticciata di polenta e verdure, l'abbinamento con il sanguinaccio, la carne e il pesce di lago.
A riscoprire la tipica polenta di Caldaro è l'associazione “wein.kaltern” di Caldaro , che da oltre dieci anni è promotrice di numerose iniziative legate al vino a alla salvaguardia della cultura gastronomica sudtirolese. In questo caso, si tratta dell'originale polenta di Caldaro (Kalterer Plent) coltivata sui terreni della zona, da gustare con un bicchiere di Lago di Caldaro fresco, prodotto da uva Schiava: per assaporare il terroir non solo nel bicchiere, ma anche nel piatto.
Numerosi ristoranti del territorio, in questo periodo, propongono nei loro menù ricette che hanno come ingrediente principe la prelibata polenta gialla, che si può acquistare nei negozi e nelle enoteche del paese, contraddistinta dall'originale confezione rossa che riprende il logo del consorzio (al prezzo di 6 euro la confezione da 500 grammi).
Oggi Caldaro è un'area vinicola tra le più rinomate in Alto Adige. Già in alcuni documenti risalenti al XIII sec. veniva menzionato il vino ”Lago di Caldaro” che assieme alle specialità gastronomiche della tradizione rendono questa località una meta visitata da migliaia di turisti ogni anno.
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