Il mondo del vino è sempre in costante fermento, tra gioie e dolori, soddisfazioni e ansie continue. Nello specchio di una situazione mai tranquilla, il mondo del vino si è guardato e commentato anche in occasione della 44.a edizione della “Settimana dei Vini” organizzata dalla Enoteca Italiana di Siena. Alla cerimonia inaugurale, nella antica rinnovata sala delle Lupe del Palazzo Civico di Siena, Donatella Colombini Cinelli – assessore al Turismo del Comune di Siena ma soprattutto grande donna del vino, ideatrice e fondatrice del Movimento Turismo del Vino e della iniziativa di Cantine Aperte - non è stata molto diplomatica e ha detto pane al pane e vino al vino, così come si deve fare per migliorare, in ogni campo. «Il turismo del vino – ha detto in sostanza – ha in Italia potenzialità ancora inespresse, perché è mal gestito.
In Francia le Strade del vino sono 14 e funzionano, in Italia sono 154 e non funzionano, sono troppe, male organizzate, alcune esistono solo sulla carta, non sono operative. Occorre una regìa nazionale che dia loro una nuova prospettiva, nuovo coordinamento e migliore organizzazione. Le cantine italiane che possono accogliere enoturisti sono 12 mila, occorre fare ogni sforzo per presentare in modo adeguato il mondo del vino italiano, che è testimonial importante di tutto il made in Italy». La convinzione espressa da Cinelli Colombini ha riscontro anche in provincia di Bergamo, dove esistono due Strade dei Vino: quella del Valcalepio e quella del Moscato di Scanzo e sapori scanzesi.
Due Strade che anche in Bergamasca andrebbero potenziate e fatte meglio conoscere, con segnaletiche appropriate e con iniziative ad hoc per comunicare le possibilità di visita e di soggiorno nelle strutture del territorio. Al velato pessimismo di Colombini Cinelli ha fatto eco, con toni più concilianti, il presidente di Enoteca Italiana, Claudio Galletti:«Il mondo del vino ha bisogno di eventi di qualità, di promozione e di un giusto rapporto con il consumatore per continuare ad essere protagonista sul mercato, come vero e proprio portabandiera del made in Italy. Enoteca Italiana, ente di diritto pubblico dal 1933, rafforza il proprio ruolo centrale nel mondo del vino, attraverso la qualità dei propri eventi, e con le iniziative che ci vedono protagonisti all'estero».
E qui è stata ricordata la presenza dell'Enoteca nella gestione della presenza dei vini italiani ai mondiali di sci a Vancouver, all'Expo di Shangai e nei prossimi mondiali di calcio in Sudafrica, senza dimenticare l'azione costante di promozione tra i giovani per una cultura del bere consapevole, la difesa dell'ambiente, la suggestione nell'abbinamento cibo-vino. All'Enoteca di Siena è in preparazione è il “Grande Atlante dei vini d'Italia”, opera che sarà fondamentale per la conoscenza capillare del grande patrimonio vinicolo italiano. Colombini Cinelli non ha contestato le affermazioni del presidente Galletti, anzi ha confermato che “l'Enoteca sta rifiorendo e porta con successo il vino italiano nel mondo, senza dimenticare che sono nate in Enoteca di Siena le iniziative, fondamentali per il settore, del Movimento Turismo del Vino e di Cantine Aperte”.
Durante l'inaugurazione della Settimana dei Vini si è celebrato anche uno dei momenti più importanti della kermesse, la consegna dei riconoscimenti con cui annualmente Enoteca Italiana premia personalità del mondo del vino, della cultura e dello spettacolo, per il loro operato nella promozione di questo portabandiera del made in Italy. Quest'anno sono stati premiati l'attrice Valentina Cervi, il giornalista e scrittore Alain Elkann, il noto produttore Vittorio Vallarino Gancia e Alessandro Torcoli, giovane redattore capo della rivista “Civiltà del Bere”.
Nella cena di gala che ha chiuso la prima giornata è stato dato spazio ai vini siciliani e al “pescato di Sicilia”. Tra i momenti culturali, la presentazione del volume “La tutela delle Dop e delle Igp”, a cura di Marco Cerreto esperto di diritto agrario e Laura La Torre direttore generale della vigilanza per la qualità e la difesa del consumatore presso il Ministero delle Politiche Agricole. I marchi servono a contrastare l'usurpazione del “made in Italy”, soprattutto nelle produzioni di eccellenza. Un fenomeno, quello delle imitazioni, che gli autori definiscono “molto diffuso ed è quindi indispensabile attivarsi a livello nazionale, comunitario e internazionale, per salvaguardare un patrimonio di tipicità che il nostro Paese non si può permettere di perdere”.
Roberto Vitali
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