Enogastronomia / Val Calepio e Sebino
Giovedì 11 Marzo 2010
Olio d'oliva, Bergamo
è stata dimenticata
Sono 40 le nazioni presenti in Guida per un totale di 625 produttori presentati. A Italia e Spagna spetta evidentemente la parte del leone e sono le uniche nazioni con una suddivisione regionale. Se andiamo a leggere la parte che riguarda la Lombardia, dobbiamo però osservare che proprio nessun accenno viene fatto alla produzione olivicola della provincia di Bergamo.
Non viene analizzata la produzione di nessun olivicoltore bergamasco e questo può andar bene, vista la esiguità, in bottiglie, della produzione orobica rispetto a una presentazione che è mondiale.
Nella descrizione della produzione lombarda si parla sì del lago d'Iseo, ma solo della sponda bresciana, il che non è giusto. Viene ricordata anche la produzione di olio sul lago di Como ma nessun accenno si fa della sponda orobica del Sebino o della fascia collinare bergamasca, dove la produzione di olio d'oliva è in lento ma costante aumento.
Cacciata dalla porta, la terra bergamasca rientra dalla finestra perché a Bergamo è la sede commerciale di una delle aziende italiane che hanno meritato uno dei punteggi più alti dati dalla Guida di Marco Oreggia, 94/100.
Si tratta di una azienda sarda, la Fratelli Pinna di Sassari, attiva dal 1940 e condotta dai due fratelli Gavino e Leonardo Pinna, con i quali collabora molto attivamente la sorella Antonella Pinna, bergamasca d'adozione da circa 30 anni, felicemente sposata e madre di due giovanotti.
Ad Antonella, che risiede a Bergamo, si deve tutta la parte che si riferisce all'immagine, alla pubblicizzazione e alla commercializzazione dell'olio Pinna, presente nei migliori negozi di specialità alimentari e nei migliori ristoranti.
«La Fratelli Pinna – scrive Oreggia – è un punto di riferimento importante dell'olivicoltura regionale e si distingue anche per la produzione di ortaggi, poi preparati sott'olio».
Roberto Vitali
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