La sezione bergamasca del Club alpino italiano ha da poco inaugurato il suo «ristorante», o meglio, il rifugio in città. «L'obiettivo del Cai con l'apertura di una ristorazione all'interno del Palamonti (la sede della sezione di Bergamo) - spiega Andrea Sartori, curatore del progetto - non è quello di fare un “ristorante” comune a tante altre valide realtà, ma proporre qualcosa di differente, puntando sulla qualità, la tipicità e la genuinità dei piatti e valorizzando i prodotti del territorio bergamasco».
Un ristorante a tutti gli effetti. Un approdo «sicuro» per i soci, e non, dove concedersi piccoli piaceri della gola. I piatti sono quelli della tradizione, molto curati e dai sapori convincenti. Si va sul sicuro con le penne alla boscaiola, il minestrone di verdure, la punta di vitello ripiena, i pizzoccheri (veri) e, naturalmente, con i casoncelli alla bergamasca.
Piatto forte, da «buon rifugio», i taglieri. Una stuzzicante composizione di salumi e formaggi è il piccolo benvenuto da parte dello chef, accompagnata da un buon cestino di pane e un bicchiere di vino bergamasco. Rispetto per i prodotti locali e la tradizione anche in cantina dove troviamo i Valcalepio della Cantina sociale bergamasca.
Niente è lasciato al caso. E i prodotti sono scelti personalmente dai curatori del progetto. I formaggi (il Taleggio e lo Strachitunt) provengono dalla Cooperativa S. Antonio di Valtaleggio, il Branzi dall'omonima cittadina in val Brembana. La formaggella dalla val di Scalve. Sul piatto anche i salumi tipici della provincia, dalla pancetta al salame della bergamasca.
Ciliegina sulla torta il Ca' del Botto, prosciutto crudo originario di Ardesio (Bg) in val Seriana. Prodotto già un secolo e mezzo fa, il botto è una vera e propria prelibatezza. Senza dimenticare il miele, monoflora o millefiori, le confetture e i distillati, fiori all'occhiello della tradizione montanara. Dolce finale con frutta di stagione e torta della casa, fatta, come in rifugio, con quello che la dispensa offre.
«L'idea - spiega Paolo Valoti, presidente della sezione - è di creare un rifugio in città, dove non solo gli alpinisti e gli appassionati possono incontrare la montagna ma anche quanti sono interessati alla vita, alla cultura e alle tradizioni della montagna nelle sue più varie espressioni. Un posto confortevole, accogliente e invitante (dall'acronimo di Cai, ndr) dove ritrovare in pianura i valori e sapori che regnano in quota: amicizia, solidarietà, umanità e amore per la natura. E dove se non in tavola, emergono più facilmente queste virtù?».
Gli amanti dell'alta quota e delle cose buone possono rallegrarsi. Ora, gustare la montagna in città è più facile. Il ristorante del Cai di Bergamo è aperto mezzogiorno e sera da lunedì al venerdì. Per il momento i coperti sono una cinquantina. E il conto? Da rifugio, naturalmente. Alla portata di tutti.
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