L'Editoriale
Mercoledì 25 Marzo 2015
Vacanze estive
e cassette da spostare
Sulla questione vacanze lunghe-vacanze corte, scatenata da una battuta del ministro del Lavoro Giuliano Poletti all’interno di un convegno dedicato a tutt’altro, si son scaldati più gli adulti che i ragazzi: significativo. Che ha detto di strano il ministro?
Che un mese di vacanza va bene, ma che su tre, uno potrebbe essere dedicato alla formazione o a lavoretti vari. È più o meno quello che dicono tutti i genitori. Il Moige, movimento genitori, ha suggerito una revisione non solo del calendario, ma anche degli orari delle lezioni, per bilanciare meglio periodi di studio e periodi di riposo.
Bilanciamento finalizzato a un apprendimento migliore. Infatti, a scuola, a dover essere corretto è l’orario settimanale e giornaliero, che arriva a sei giorni e a mattinate lunghe sei ore, con docenti sgolati e alunni rintronati dal sonno la prima ora e dalla fame le ultime due. In molti Paesi europei si entra in classe alle 9 e la settimana è corta. L’estate lunga è prerogativa dei Paesi del Sud, dell’Est e dei Paesi baltici, mentre si accorcia nell’Europa scandinava e centrale, fino alle sei settimane tedesche e inglesi. Il clima, quindi, c’entra poco. Pesa di più l’organizzazione scolastica e sociale che un Paese si dà.
Per i bambini, l’estate lunga e libera è un sogno e resta per tutti il miglior ricordo d’infanzia. È certo un problema organizzativo per le famiglie: la tempistica diventa acrobatica, i giorni come un filo teso dal Cre alle ferie parentali . D’altra parte, vacanze più disseminate in corso d’anno sarebbero ancora più complicate da gestire e richiederebbero l’apertura delle scuole per attività alternative alle lezioni.
Per i ragazzi grandi, la moltiplicazione estiva di stage in azienda e all’estero, di occasioni di volontariato, di corsi e scambi low-cost è sicuramente un’idea da perseguire con la collaborazione di tutti (a Bergamo non partiamo da zero), ma anche da coltivare nelle teste degli studenti, insieme a una voglia sana di avventura. Qualche scuola-polo aperta (e gestita) d’estate può servire come punto di riferimento alternativo alle biblioteche. In questi giorni, alle dichiarazioni della politica, hanno risposto con buonsenso anche i presidi: si può far tutto, bisogna capire come.
Piuttosto peregrina appare invece l’esortazione del ministro Poletti al lavoro estivo part time. Perché è praticamente impossibile trovare aziende o esercizi che, date le intricate leggi vigenti, possano - vogliano far lavorare un minore. Se i suoi figli hanno spostato cassette, sarà stata l’azienda di famiglia. Anche se a volte (è accaduto a un ambulante che si faceva aiutare dal figlio a gestire la bancarella) si è multati lo stesso.
I maggiorenni invece, un lavoretto lo cercano e, se lo trovano, è quasi sempre legato al mondo della ristorazione. Anche per loro, soprattutto per motivi assicurativi, non è facile entrare nelle aziende e, fra gli artigiani, i tempi del garzone sono finiti. L’alternanza appare perciò lo strumento più accettabile per avvicinare gli studenti al lavoro e dimostra come le richieste rivolte dalla società alla scuola siano aumentate, trasformandola nel solo punto di riferimento stabile per le famiglie.
Vacanze lunghe o corte? Viene in mente lo slogan dei socialisti ottocenteschi : «Otto ore di lavoro, otto ore di riposo, otto ore di istruzione», un mese per riposare, uno per aprire gli occhi, uno per usare le mani. In ogni caso, quando avranno vacanze lunghe anche i professionisti del pour parler trasformato in notizia, staremo tutti meglio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA