Uno Stato cuscinetto ma Mosca rischia tanto

In queste ore convulse, una domanda ricorre: dove vuole arrivare Vladimir Putin? E che cosa spera di ottenere? Il dove e il come, in questa avventura militare drammatica e folle, sono strettamente collegati. Molti, noi tra loro, hanno sempre pensato che un’invasione in senso proprio dell’Ucraina fosse impossibile e, a dispetto degli eventi, non abbiamo ragione di cambiare idea. La Russia non ha la potenza militare né quella economica per tentare di controllare un Paese vasto due volte l’Italia, con 45 milioni di abitanti e in fortissimo orgoglio nazionale.

Quindi è probabile che il piano delle forze russe sia di annientare la struttura militare ucraina, sbandare la sua compattezza politica, forse insediare un Governo vassallo, ma poi ritirarsi su posizioni più tenibili. Forse lungo il fiume Dnepr. Forse un po’ più indietro, allargando il Donbass verso Nord (magari fino alla città industriale di Khar’kiv) e verso Sud (forse fino a congiungerlo alla Crimea, già riannessa nel 2014), creando uno Stato cuscinetto davanti all’Ucraina devastata. In questo modo, la Russia putiniana otterrebbe il risultato cui ambisce: far arretrare l’Occidente, ricostruire quella profondità territoriale che, in fondo, è sempre stata la sua prima difesa di fronte alle invasioni da Occidente, da Napoleone a Hitler passando per l’impero austro-ungarico.

Questo, però, se tutto andrà «bene» dal punto di vista del Cremlino. Se questa sarà una guerra lampo, se l’Ucraina crollerà in poco tempo, se la popolazione non si ribellerà agli occupanti. Ma se invece succedesse il contrario? Se l’Ucraina resistesse e diventasse per la Russia ciò che fu l’Afghanistan per l’Urss? Se le vittime civili fossero numerose? Se le perdite russe cominciassero a crescere? La Russia ha le risorse per resistere a un simile scenario? Dal punto di vista internazionale certamente no. Le sanzioni e l’ostilità dell’Europa e degli Usa chiudono via via le strade praticabili. E attenzione alla Cina, alleato volenteroso quando si tratta di contrastare gli Usa ma sull’Ucraina assai prudente: Pechino è il primo partner commerciale di Kiev e quando si tratta di autonomismi e indipendentismi come quelli del Donbass, avendo la coda di paglia con il Tibet e lo Xinjiang degli uiguri, si guarda bene dal prendere posizione. Ma anche dal punto di vista interno Putin non può scialare. Tutti i sondaggi dicono che i russi non vogliono la guerra, men che meno con l’Ucraina. E la gente arriva da un 2021 con l’economia ferma, i salari reali in calo, i prezzi in crescita e un’insoddisfazione generale che tutti percepiscono.

Che cosa potrebbe succedere, dal basso, se il pantano bellico si allargasse e, dall’alto, dagli ambienti finanziari e industriali, se l’economia tracollasse tra sanzioni e spese di guerra? Ma il paradosso della situazione è che la Russia, lanciata da Putin nell’avventura ucraina, potrebbe uscire sconfitta anche da una vittoria. Come dicevamo: Putin ottiene i suoi obiettivi, si attesta su posizioni sicure per le sue forze, trova nel Donbass lo Stato cuscinetto tanto desiderato. E poi? La Russia sarebbe ugualmente un Paese isolato nel mondo e costretto a gestire un mare di difficoltà. La sua gente dovrebbe affrontare nuove ristrettezze. I suoi vertici finirebbero col dividersi (politica contro economia), ed è facile prevedere che il Cremlino, per controllare la situazione, dovrebbe adottare strategie ancor più dirigiste e centraliste. L’Ucraina superstite, se non fosse proprio uno Stato fantoccio, sarebbe aiutata e armata da tutto l’Occidente e, con ogni probabilità, accolta in fretta nella Nato (che la userebbe comunque come spina nel fianco della Russia) e adottata dalla Ue. Qualche centinaio di chilometri di territorio in più, per allontanare un poco la Nato, valgono tutto questo? In un’epoca in cui la stessa Russia sperimenti missili che volano a velocità incredibili?

Ecco perché abbiamo sempre pensato che un lucido e cinico giocatore di scacchi come Vladimir Putin non si sarebbe lanciato in un’impresa come questa. Perché invadere l’Ucraina è da ogni punto di vista una follia. Per le sofferenze che infligge agli ucraini, in primo luogo. Ma anche per quelle che infliggerà ai russi.

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