
L'Editoriale
Sabato 09 Marzo 2019
Troppa distanza sulla Tav:
compromesso impossibile
Nel governo è cominciato il gioco del cerino. Chi si prenderà la responsabilità della rottura, Matteo Salvini o Luigi Di Maio? Le posizioni sulla Tav sono diventate troppo rigide, l’uno è fortissimamente per il no e l’altro è cocciutamente per il sì, e il momento della verità è davvero troppo vicino per trovare una soluzione in extremis. Lunedì prossimo la Telt – la società italo-francese incaricata di costruire l’infrastruttura ferroviaria - pubblicherà i bandi per appalti da 2,3 miliardi (ci vorrebbe un atto del Consiglio dei ministri per impedirlo) senza i quali l’Italia perderebbe i primi 300 milioni di finanziamento europeo, e quella sarà la cartina al tornasole della stabilità della maggioranza.
Se Di Maio, che ha già spinto Conte ad allinearsi alle posizioni del movimento, immaginava un weekend di lavoro per tentare di isolare la Lega e farla cedere anche sulla pubblicazione dei bandi, Salvini ha deciso di fare come spesso gli capita in circostanze simili: è volato a Milano. «Se ne riparla lunedì, vado da mio figlio» ha lasciato detto. E così per ora il cerino è rimasto in mano a Di Maio. Che ha accusato l’«alleato» di irresponsabilità e lo ha diffidato sulle conseguenze adombrando la possibilità che saltino la definitiva approvazione della legittima difesa, il voto dell’aula del Senato sul caso Diciotti, per non parlare dell’autonomia delle Regioni… Ma niente, il capo leghista è andato ugualmente all’aeroporto. Magari ha anche staccato i telefoni. Tant’è che uno stretto collaboratore del leader grillino, il sottosegretario Buffagni, si è lasciato andare ad uno sfogo coi giornalisti: «Voi chiedete se la crisi si potrebbe aprire? La crisi è già aperta».
Poi naturalmente ha rettificato. Ma la sostanza è proprio quella: i margini per arrivare ad un compromesso sono inesistenti per come si sono messe le cose, e tutto potrebbe precipitare se, dopo il consiglio di amministrazione della Telt, i grillini presentassero una mozione no Tav in Parlamento. A quel punto rimarrebbero isolati, la Lega voterebbe come il Pd e Forza Italia per mantenere gli impegni internazionali presi dall’Italia e la crisi sarebbe davvero conclamata.
Cosa può succedere dopo lo sanno solo gli aruspici, tuttavia non è del tutto infondato prevedere elezioni politiche anticipate già in maggio, insieme alle europee. Il problema è che Di Maio, stretto all’interno dalla corrente Fico-Di Battista, le affronterebbe con un Movimento in crisi verticale di consensi, mentre la Lega volerebbe sopra il 34% dei voti.
Dal Quirinale si guarda la scena ma non risulta che Mattarella, a differenza di quando si trattava di ottenere il sì della Commissione europea sulla legge di Bilancio, si sia mosso per aiutare la maggioranza a trovare una via d’uscita. È una questione tutta interna alla maggioranza e al governo e il Quirinale non intende interferire, almeno fino a quando non venissero messi in forse gli impegni presi dall’Italia in sede internazionale.
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Damiano Valoti
6 anni, 2 mesi
Invito a cercare sul web il video di "Crozza TAV venerdì 8 marzo". Chiarisce molte cose sui tempi di realizzazione della tav, che si vorrebbe per ideologie e massmedia realizzata da Conte entro lunedì...
Riccardo Bianchi
6 anni, 2 mesi
"Troppa distanza sulla Tav: compromesso impossibile", veramente? Matteo Salvini: ""Noi regaliamo agli italiani cinque anni di governo, non c'è nessuna crisi in vista". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. "La situazione economica è tale che nessuno si può permettere di giocare con il futuro degli italiani. Molto semplicemente abbiamo su alcuni temi idee diverse". Troppa fretta nel confezionare titoli, persone corrette e responsabili sono perfettamente in grado di sciogliere i nodi, via via che "prenditori" e "giornalisti" li annodano.
Riccardo Bianchi
6 anni, 2 mesi
"senza i quali l’Italia perderebbe i primi 300 milioni di finanziamento europeo" ma come, fino a ieri non si era affermato che i finanziamenti europei dovevamo restituirli, che li avevamo già presi? L'alta velocità corre su gambe corte, come le bugie.
FRANCESCO DUINA
6 anni, 2 mesi
Quando i nodi vengono al pettine, o sciogli i nodi o strappi i capelli. Mi pare più verosimile la seconda ipotesi.
Riccardo Bianchi
6 anni, 2 mesi
"I bandi, sottolineano, "non partiranno lunedì". "Felice che Salvini abbia cambiato idea, la crisi era stata minacciata da lui - scrive il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Stefano Buffagni su twitter -. Ci rincuora sapere che abbia a cuore il destino del governo come noi. Dobbiamo lavorare per gli italiani, c'è ancora molto da fare". Appunto, o sciogli i nodi o strappi i capelli. Sembrerebbe buona la prima, meglio così. Bisogna ancora consentire il corretto funzionamento del sistema giudiziario, consentendo i processi in tempi brevi e rendendo inutile la prescrizione; con la prescrizione si cancellano i colpevoli, ma non le vittime. Bisogna ancora intervenire sul sistema fiscale, semplificandolo e colpendo gli evasori come si conviene. Nell'arco temporale della legislatura, si possono fare ancora molte cose tese a migliorare la vita dei cittadini, nel rispetto della parola data e del contratto di governo. Poi, se qualcuno pensa di sganciarsi sulla base di sondaggi, o di elezioni non comparabili con le politiche, rischia grosso.
silvana messori
6 anni, 2 mesi
mi pare che il "nodo" sul "TAV" se lo stanno tenendo ancora "buono" e che se si volesse cambiare il trattato internazionale con relativi finanziamenti, devono passare in Parlamento, che se, interpellato e votato, avrebbe inevitabilmente messo fine a questo "Governo"! a mio parere, cincischieranno ancora... ma temo che se il concetto accordatosi in week-end, di rivedere fra 6 mesi ciò che questo "nodo "comporta, nella eventualità di cambiare o ritirare del tutto i bandi che portano in sé anche il finanziamento europeo, la credibilità dell'Italia, riceverà un ulteriore colpo basso e senza sapere però se sarà possibile arrivare ad altri "nodi", oppure se la fune si spezzerà definitivamente! Lunedì... sarà un altro... giorno!