L'Editoriale / Bergamo Città
Lunedì 17 Luglio 2017
Questa Atalanta
saprà ancora divertire
L’Atalanta è un treno in corsa. Che promette di portare lontano la sua gente. Se non sarà per traguardi prestigiosi come o più della stagione scorsa, aspettiamoci che lo sia per le emozioni. L’entusiasmo che monta intorno ai nerazzurri (lo ha confermato la straordinaria affluenza per la passerella di ieri allo stadio) è il termometro della fiducia e delle attese che circondano una squadra, una società, che dimostrano di prendere sul serio il nuovo rango da semi-big (si può definire così?) che Bergamo si è conquistata sul campo.
Lo sta dicendo un mercato tempestivo, determinato. E non privo di colpi, dei quali Ilicic è il più appariscente, in attesa di pesare il contributo concreto degli altri. Ok, già sentiamo l’obiezione: «Ma Conti se n’è andato senza tante remore, dov’è finito l’attaccamento alla maglia che lo ha lanciato nell’olimpo della serie A?». Conti è andato al Diavolo e tutti stanno vedendo che razza di squadrone sta allestendo il Milan: se in casa rossonera non saranno così folli da sperperare in un fallimento il tesoro che stanno costruendo, la nuova stagione sarà la consacrazione di Conti. Sono i modi della sua dipartita che fanno un po’ storcere il naso. Ma il suo gioco è così bello da vedere che gli auguriamo buona fortuna e soprattutto un posto in Nazionale ai Mondiali.
Intanto l’Atalanta sta completando una rosa fatta di tanti stranieri (ma anche di quel predestinato a diventare un crack che è l’attaccante Orsolini), i quali soprattutto portano esperienza internazionale (anche i più giovani): ci aspetta l’Europa League, servono giocatori che abbiano assaggiato l’impegno e il clima di certe sfide. Di ciascuno di loro abbiamo già cominciato a raccontarvi caratteristiche e sensazioni, approfondiremo dopo averli visti all’opera in nerazzurro. Hanno la fortuna di giocare per una società modello e guidati da un allenatore che è il macchinista «spericolato» di quel treno in corsa cui abbiamo paragonato l’Atalanta. Gasperini, dopo gli anni migliori al Genoa, ha potuto alzare il livello del suo lavoro e dei risultati. È stato capace di stupire ancora. Non si accontenterà e preparerà altre sorprese. Ma non chiedetegli la luna perché già ripetere il quarto posto dello scorso campionato sarebbe un’impresa (i movimenti delle grandi lasciano poco spazio ai voli pindarici). Abbiamo però la certezza che ci farà ancora divertire.
Tutti lo sperano e lo pensano, i diecimila tifosi festanti che ieri hanno affollato la Curva Pisani e – fuori programma – la tribuna di viale Giulio Cesare parlano di una voglia matta di Atalanta che non conosce limiti, di un’euforia contagiosa che sarà benzina per spingere ancora in alto la squadra. Di un amore che sarà messo alla prova, e dovrà rispondere, soprattutto nei momenti di difficoltà che sono sempre da mettere nel conto anche nelle migliori famiglie e nelle stagioni più floride.
In tempi di consacrazioni internazionali – le nostre Mura proclamate patrimonio dell’umanità dall’Unesco e l’Atalanta in Europa League – questa squadra è qualcosa che va oltre la realtà sportiva, è uno spot nel mondo per Bergamo, per la sua immagine. In fondo lo era già, lo sarà ancor di più. La sua fama calcistica si espande e aiuta a scoprire una città, una terra, che lascia con il fiato sospeso chi non la conosceva. È significativo che alcuni dei giocatori arrivati dall’estero si siano convinti vedendo Bergamo e non soltanto il moderno e attrezzato Centro Bortolotti di Zingonia. Partecipare alla competizione continentale per club (non è la Champions, ma c’è di che accontentarsi) accenderà nuovi riflettori. Facciamoci trovare pronti. Squadra e pubblico.
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