L'Editoriale / Bergamo Città
Mercoledì 18 Maggio 2016
Produrre l’uomo
Scienza criminale
La notizia è del New York Times. Un gruppo di scienziati si sarebbe riunito ad Harvard per progettare la produzione del genoma umano sintetico. La notizia mi ha lasciato senza parole. Uomini di scienza che, invece di occuparsi di come rispondere alle esigenze drammatiche che vengono a noi come un appello da bambini che muoiono in varie parti del mondo perché mancano dell’essenziale per sopravvivere, pensano alla generazione di esseri umani senza genitori.
Non so voi che cosa ne pensate, io vengo visitato da pensieri oscuri quando sento queste cose e mi torna subito in mente il sogno di Hitler, il desiderio di produrre un essere umano prevedibile, ordinabile, fatto su misura per chi lo compra. Oppure un essere umano omologato alle mode del tempo, chiaramente determinate da chi ha più potere. E mi domando se la scienza sia ancora scienza inseguendo questi sogni, che poi diventano esperimenti e che, magari, diventano vite umane, giunte a questo mondo solo perché qualcuno ha deciso di fare esperimenti. Certo, potrebbero diventare paladini delle nuove frontiere conquistate dall’umanità, testimoni della dedizione alla ricerca di alcuni, non certo della dedizione a loro, nati senza nome o nel nome di un esperimento.
Scusate, sarò anarchico, ma preferisco pensare che la mia esistenza sia ingiustificabile. Vedete, il disegno di questi scienziati ha in fondo la convinzione che, poste alcune condizioni genetiche dell’essere uomo, il risultato sarà assicurato: in futuro, potremo scegliere quali uomini e donne avere e metterli sul mercato per il miglior offerente. Tuttavia c’è qualcosa che questi progetti non mettono in conto. Anche quando avrai posto tutte le condizioni per la nascita di un uomo, ti troverai di fronte al fatto che quell’uomo o quella donna prodotti artificialmente, saranno una novità assoluta anche per chi li ha prodotti, solo che porteranno per tutta la vita il peso di essere un’esistenza giustificata, semplicemente un esperimento di cui altri si glorieranno. Salvo poi accorgersi che la novità nata da un esperimento non è totalmente programmabile: basterebbe un’esitazione del nuovo prodotto umano, per mandare all’aria una teoria e un esperimento.
Metti che uno progettato per essere il migliore del mondo scelga di essere un fallito, un barbone. Sarebbe bellissimo, viva l’anarchia della vita. Ma certo, non vorrei essere nei panni dell’uomo o della donna prodotti da un esperimento. Io non voglio avere giustificazioni della mia esistenza, io pretendo di essere ingiustificato, una novità per i miei genitori e anche per Dio. E questa ingiustificabilità è il bello della mia vita, ed è l’ossigeno che mi permettere di vivere liberamente quando rimango in vita mentre altri muoiono. Non so perché questi scienziati abbiano avuto questa idea, so solo che è un disegno criminale fatto nel nome di una branca della scienza che ha avuto origine nei campi di concentramento nazisti.
Perché introdurre la necessità là dove c’è il destino o, per chi crede, la gratuità della Provvidenza? Che cosa deve provare la scienza a se stessa, di essere capace di distruggere l’esistenza umana e i suoi sogni? Anche quando ci dovessero riuscire, troveranno sempre qualcuno, perfino prodotto da loro, che supererà ogni algoritmo possibile, perché si troveranno davanti a un essere umano. Quella novità assoluta non cadrà mai sotto la lente di un microscopio, per quanto potente e tecnologicamente avanzato. Però certo, intanto, ci troviamo sempre più davanti a una scienza che ha i tratti del fondamentalismo religioso e che cerca di sopperire alla sterilità del vecchio occidente, salvo non sapere chi darebbe i soldi per questo progetto e perché li darebbe. Sarebbe interessante sapere le motivazioni del progetto di questa setta consegnata al silenzio.
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