L'Editoriale / Bergamo Città
Domenica 30 Luglio 2017
Polemica vaccini
Scienza e ideologia
Il decreto sull’obbligatorietà dei vaccini è passato in questi giorni, ma la bufera che ha scatenato non si è ancora placata. È il caso di riparlarne e spiegare ancora una volta la sua genesi. In tanti, in troppi non hanno capito e credono di essere vittime di un sopruso, di una ulteriore arroganza della casta, decisa per interessi e irresponsabilità. Ho potuto vedere le decine e decine di e-mail,che ricevo giornalmente da cittadini in rivolta, angosciati e pronti a battaglie di ogni tipo e con ogni mezzo... Come siamo arrivati a questo pandemonio e a questa totale incomprensione? È difficile capacitarsi sapendo che vaccini e antibiotici sono i due principali successi della medicina moderna: hanno cambiato in meglio la storia dell’umanità e contribuito a raddoppiare o triplicare gli anni della nostra vita.
Purtroppo la contestazione ai vaccini è diventata una sorta di ideologia, una fede in cui si crede e basta per motivi difficilmente comprensibili. Forse in una società troppo tecnologica e apparentemente razionale c’è ancora bisogno di affidarci, di sostenere una idea basata su emozioni e non su ragionamenti obiettivi ed equilibrati. È lecito supporre che molti No-vax di oggi siano stati in passato a favore di terapie pericolose e inefficaci, tipo Di Bella e cellule Stamina.
La storia «mediatica» dei vaccini è un susseguirsi di imprecisioni, di equivoci e, in molti casi, di malafede. Ci rendiamo conto che il vaiolo, flagello dei secoli passati, è scomparso dalla faccia della terra, che la poliomielite di cui si vedono i danni e le invalidità residue è in via di estinzione, che il tetano da anni è diventato del tutto sporadico? Veniamo ai giorni nostri: i pericoli attuali della società, in termini di malattie infettive, sono l’Hiv /Aids, la tubercolosi e la malaria, cioè tra le poche malattie per cui non abbiamo vaccini.
Parliamo anche di morbillo. Era una malattia obsoleta nel nostro Paese e abbiamo avuto oltre tre mila casi nello spazio di pochi mesi. Tre bambini sono morti, confermando l’epidemiologia che riporta un caso di morte ogni mille contagi. Se le tremila persone infettate fossero state vaccinate avremmo risparmiato sofferenze, centinaia di ricoveri e, appunto, tre decessi. Il morbillo non è affatto una malattia benigna e nei Paesi poveri e con limitate possibilità di vaccinazione, muoiono ogni anno circa 150.000 (centocinquantamila!)persone, in prevalenza bambini. Nel periodo pre-vaccinale ne morivano 10 volte di più. È vero per altro che il vaccino del morbillo – e molti degli altri – non è privo di rischi e può causare, come effetto più temibile, una encefalite raramente mortale. Ma l’incidenza di encefalite da vaccino è meno di una su 1 milione di casi mentre nei non vaccinati che si ammalano l’incidenza è una ogni mille, cioè mille volte superiore!
Da tempo sostengo che non vaccinando i bambini si vedrà ricomparire il tetano. Le spore del tetano sono nei terreni in genere e anche piccolissime ferite possono favorirne la penetrazione nei tessuti e quindi scatenare la malattia. Poiché i bambini da sempre giocano nella terra è matematico che quelli senza difese specifiche (anticorpi) indotte dal vaccino sono a rischio di contagio. La notizia di un bimbo di 10 anni colpito da tetano dopo una caduta e una piccola ferita è delle settimane scorse. Da 30 anni non si vedevano nuovi casi nei bimbi.
Sui danni da vaccini si sono dette nefandezze e corbellerie di ogni tipo. La più grossolana è quella sull’autismo, vera e propria bufala riportata da Wakerfield, ricercatore disonesto, che ha sostenuto ad arte questa stupidaggine per interessi personali. Poco importa che l’articolo fraudolento sia stato ritrattato, che l’autore sia stato radiato come medico, che controlli durati anni abbiano dimostrato in modo inequivocabile la falsità di questa teoria. La gente continua a sostenerla in modo acritico. Del resto, si deve anche considerare che nei milioni di soggetti vaccinati si verificano, nei mesi successivi alla vaccinazione, esattamente con la stessa frequenza dei non vaccinati , ogni tipo di malattie, inclusi tumori, patologie autoimmuni, nevrassiti… Solo valutazioni comparative accurate, condotte su grandi numeri, possono rilevare un aumento di particolari patologie nei soggetti vaccinati. E invece ogni singolo evento dopo una vaccinazione viene attribuito a priori al vaccino, indipendentemente da ogni conferma obiettiva. Veniamo all’effetto gregge, tanto discusso. Se una vaccinazione non è somministrata a una elevata percentuale di soggetti (diciamo più o meno il 95% della popolazione) il singolo virus o batterio può trovare un terreno fertile (persone non protette) e diffondersi nella popolazione a livello epidemico. I danni maggiori sarebbero a carico dei soggetti più fragili o di quelli in cui la vaccinazione non può essere fatta. Da qui la necessità che i vaccini diventino obbligatori per tutti.
Insomma i rischi delle vaccinazioni sono assolutamente minimali, mentre lasciando crescere il numero dei non vaccinati, vedremmo diffondersi malattie come la poliomielite, la difterite, il tetano, l’epatite B. Si moltiplicherebbero anche i casi di tifo, di rosolia (devastante in corso di gravidanza), di pertosse, di varicella, di meningite… E come potremmo viaggiare tranquilli nei Paesi sanitariamente meno sicuri senza essere protetti dalle vaccinazioni?
Un Paese civile non può accettare passivamente simili rischi. Studi d’avanguardia prospettano che stimolazioni di tipo vaccinale potrebbero curare alcuni tipi di cancro. In un soggetto ammalato si introducono proteine o frammenti di cellule tumorali per evocare la comparsa di anticorpi e di difese immunitarie specifiche, in grado di neutralizzare ed eliminare le cellule patologiche. Dovremmo abbandonare ricerche di questo tipo perché in odore di vaccini? Ho passato la vita a prescrivere antibiotici e antivirali, guarendo con essi migliaia di pazienti; miliardi di ammalati sono stati salvati nel mondo con questo tipo di terapie a partire dagli anni ’40. Credo di aver agito bene e non vorrei essere contestato poiché anche questi farmaci possono causare danni irreversibili e casi di morte.
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