L'Editoriale
Martedì 12 Dicembre 2017
New York ferita
e orgogliosa
Una slitta di Babbo Natale, completa di renne. L’hanno sistemata qualche giorno fa per le feste di Natale sopra la tettoia del Port Authority Terminal, la più grande stazione di autobus degli Stati Uniti. Ogni giorno la attraversano 200.00 persone, turisti, pendolari, giovani di belle speranze che arrivano a Manhattan con il trolley pieno di sogni di gloria, e anime perdute che se ne vanno dopo che nel trolley non è rimasto più nulla. Quella slitta di colore rosso acceso spiccava surreale, ieri nel deserto gelido che si è rapidamente formato attorno
al Terminal dopo l’esplosione, tra i lampeggianti di decine di mezzi della polizia e dei corpi speciali, mentre attorno si schieravano centinaia di agenti con la celebre scritta «Nypd» impressa sulle divise e gli elicotteri volteggiavano sopra i grattacieli.
Alla notizia dell’esplosione un gigantesco meccanismo di sicurezza è entrato in azione in pochi minuti. La sensazione netta è che la città abbia piani di sorprendente efficienza per dispiegare un enorme apparato di uomini, auto, elicotteri, unità cinofile, sbarramenti, non appena scatta un attentato.
D’altro parte, come hanno detto il sindaco De Blasio e il governatore Cuomo, New York è un simbolo che i terroristi vorranno sempre attaccare; un simbolo di democrazia, libertà, convivenza (si dice che a New York si può fare il giro del mondo con un biglietto della metropolitana, semplicemente attraversando i suoi cento diversi quartieri etnici). I newyorchesi lo sanno e lo vivono con orgoglio, ma anche con quell’atteggiamento disincantato e ruvido, e al tempo stesso carico di energia e di humor, che è il loro inconfondibile marchio di identità.
Ieri, dopo tre ore, il Port authority terminal era di nuovo un alveare di persone e trolley sciamanti in ogni direzione. Tanto pronta è la città a blindare il suo cuore scintillante - le luci di Times Square sono poco lontane - tanto è rapida a tornare alla sua frenetica normalità non appena il pericolo appare cessato. Quella slitta irriverente sospesa a mezza altezza sembrava volerlo dire. «Che altro vi aspettavate? Questa è New York!».
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