Nel mondo globale
allearsi è decisivo

A sorpresa, Italcementi diventa tedesca: il controllo del gruppo industriale legato alla famiglia Pesenti, l’Italmobiliare, viene ceduto per una quota del capitale pari a 1,6 miliardi ad HeidelbergCement. Due autentici colossi che unendosi danno vita al primo gruppo del mondo nel settore degli aggregati da costruzione, il secondo nel cemento e il terzo nel calcestruzzo. La notizia è uno choc per il mondo industriale.

Lo è soprattutto per Bergamo, la città della famiglia Pesenti, che all’inizio del secolo fondò l’impresa destinata a divenire leader nel campo dei materiali di costruzione. Siamo di fronte a un cambiamento epocale, a un cambio di pagina davvero significativo. Ma come ha commentato a caldo Giampiero Pesenti, figlio di Carlo, uno dei sei fratelli che crearono l’azienda, «un imprenditore sa che l’importante è garantire lo sviluppo futuro dell’attività più che arroccarsi nella continuità del controllo dell’azienda». Un po’ come ha fatto recentemente Tronchetti Provera cedendo la Pirelli ai cinesi.

Del resto la capacità più difficile nel mondo dell’impresa è proprio il cambiamento, il coraggio di tagliare i ponti alle spalle e prendere una strada non conosciuta. L’accordo prevede l’assegnazione ad Italmobiliare, come parte del corrispettivo di acquisto, di una quota del capitale della HeidelbergCement compresa fra il 4% e il 5,3% (pari a un controvalore tra i 560 e 760 milioni). Con tale partecipazione azionaria Italmobiliare - della quale Mediobanca è stata advisor - diverrà il secondo azionista industriale di HeidelbergCement, con un rappresentante all’interno del consiglio di sorveglianza.

Il colosso tedesco effettuerà poi un’Opa obbligatoria sul restante capitale di Italcementi al medesimo prezzo per azione pagato a Italmobiliare. La finanziaria dei Pesenti da parte sua, nell’ambito dell’operazione, si impegna ad acquistare da Italcementi le attività nel settore delle energie rinnovabili (Italgen) e nell’approvigionamento elettronico (BravoSolution).

Dunque la famiglia Pesenti non va in pensione e non esce nemmeno di scena. Semplicemente in un mondo sempre più globalizzato e in un mercato difficile come quello dei materiali da costruzione, dove per non morire è necessario allearsi, con molta lungimiranza, sceglie di allearsi e di diversificare.

Perché è molto meglio rimanere competitivi all’interno di una multinazionale che ha una massa critica capace di stare sul mercato mondiale, unendo il know how dei due gruppi, in modo da penetrare nei mercati di 60 Paesi, che morire a poco a poco con lo scettro di leader italiano. Non a caso l’acquisizione del 45% e quindi del controllo di Italcementi avviene in un settore che poche settimane fa ha visto l’accordo da 41 miliardi tra Holcim e Lafarge.

Un’ultima considerazione un po’ romantica, se guardiamo nelle pieghe della saga familiare dei Pesenti. In fondo, per la dinastia dei Pesenti il cerchio si chiude, una sorta di ritorno alle origini. La multinazionale Italcementi nasce nel 1906 dalla fusione tra la società Calce e Cemento di Bergamo e la Fratelli Pesenti, piccola cartiera di Alzano riconverita all’inizio del Novecento grazie a Cesare Pesenti, un imprenditore che aveva maturato i suoi sogni in Germania, dove si era laureato in ingegneria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA