
L'Editoriale
Venerdì 18 Agosto 2017
Missione a Mosca
L’obiettivo è la pace
Ben sa che il cammino è duro e accidentato e che il momento non è affatto tranquillo e dunque molti potrebbero sconsigliarlo a partire. Eppure è proprio per la presenza di rissosi contendenti sulla scena mondiale, per le troppe parole che dividono, per le memorie del passato sempre meno condivise, che il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, va domenica a Mosca. Ma non basta per inquadrare il viaggio accennare al dialogo costruttivo con la Russia, saldamente nelle mani di Vladimir Putin. Né è sufficiente ricordare la tenacia con la quale il Vaticano ha cercato e tenuto stretto un rapporto, ai suoi tempi, con l’Unione Sovietica.
All’epoca del pontificato di Papa Francesco diventa un processo che va oltre le regole della diplomazia e le questioni bilaterali che qualcuno si affretta a rubricare nell’agenda di Parolin, evocando per esempio la faccenda dell’Ucraina, hanno un perimetro più largo. Così anche la situazione in Siria.
La missione di Parolin insomma va al di là delle identità geografiche e perfino di quelle geopolitiche e serve per indicare al mondo intero e ai suoi leader litigiosi un metodo. La diplomazia della Santa Sede è sicuramente più libera di non cedere a contrapposizioni ideologiche o a compromessi. Così la preoccupazione maggiore della Santa Sede e di Papa Francesco, quando insistentemente parla della necessità di bloccare la guerra mondiale a pezzi, è esattamente quella di prevenire e dunque di spegnere le micce prima che gli incendi divampino. I colloqui del Papa con i leader mondiali, le missioni del Segretario di Stato, gli interventi degli episcopati nei Paesi dove i pericoli sono più che reali, dalla Repubblica Centrafricana al Venezuela agli Stati Uniti alla Russia, servono a spiegare che le soluzioni non passano attraverso una chiusura a doppia mandata sull’interesse nazionale, ma nel suo contrario esatto, cioè nell’apertura degli Stati e nella critica ragionata ad una opinione pubblica che invece è dominata da estremismi inquietanti, da identitarismi disperati e dall’odio per il vicino in casa e per quello oltre i propri confini. Il rischio che corre il mondo è di dividersi in tante fortezze e di giustificare l’impresa con la necessità di difendersi dal neoestremismo degli altri.
I ragionamenti spaventosi che si ascoltano in giro sui flussi migratorie con tutto il corollario di luoghi comuni, paure e fake news, lo dimostrano con rara efficacia. Tutti cercano il modo per chiudere più efficacemente le porte piuttosto che pensare ad aprire corridoi umanitari per far passare gente che la nostra globalizzazione selvaggia ha ridotto a profughi, non importa se delle guerre o della fame. In giro c’è troppa rabbia, troppo odio, troppa desiderio di vendetta. Ma i disegni geopolitici che vediamo tratteggiare qui e là da Washington a Mosca, da Pechino a New Delhi, da Pyongyang a Caracas indicano solo prospettive di contrapposizione, di antagonismi e di egoismi.
Parolin dunque va a Mosca proprio perché il momento è difficile. Non sappiamo se è l’inizio di una nuova strategia del processo aperto sulla scena internazionale da Papa Francesco. Parolin ha spiegato che il suo viaggio sarà importante per la pace, tema sul quale sono molti gli interlocutori. La Santa Sede non ne teme nessuno, anzi desidera parlare con le autorità di qualsiasi Paese, a prescindere dai sistemi politici e dalle ideologie, per spiegare che il bene globale nasce se si supera la logica degli interessi nazionali e personali e i vantaggi immediati in un’area o in un’altra del pianeta. Parolin comincia da Mosca. Seguiranno altre capitali?
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Rosanna Vavassori
7 anni, 9 mesi
Si perchè è colpa di Putin se nel mondo non c'è pace'? Perchè non va in Siria, a Rakka, a fare i bei discorsi all' Isis? San Francesco lo fece. andò a Gerusalemme a parlare col Califfo. Fu accolto con gli tutti onori, parlarono a lungo, e tornò incolume. Sono capace che io di parlare di pace con chi non vuole farmi la guerra.
silvana messori
7 anni, 9 mesi
Immagino che Lei risponda all'autore dell'articolo e non al Ministro diplomatico della Santa Sede a cui va il rispetto dovuto non offendendo l'intelligenza con la quale vengono fatti determinati passi. Non è da oggi che la diplomazia Vaticana(vogliamo ricordare ciò che per primo fece San GIOV.XXIII, accogliendo in Vaticano la figlia di "Premier Russo dell'Epoca) e che in particolare con l'insediamento di Papa Francesco ha evidenziato un approccio con varie alte istituzioni mondiali, anche religiose, e che come finalità è di portare alla ragionevolezza dei "Grandi Personaggi" a diminuire le tensioni agevolando così la possibilità di incontro. La Russia è nell'Onu una delle nazioni con possibilità di veto e se mi è consentito, mi sembra che nel momento attuale della storia, incominciare con chi è con radici Cristiane, per riaccordare le varie diaspore e ricucire rapporti umani atti ad ottenere più pace nel mondo, mi sembra una cosa da essere presa in considerazione, e molto seriamente. cordialità
Luca Tomasini
7 anni, 9 mesi
Tante alte parole e poi, alla fine, ecco cadere la maschera: i ragionamenti spaventosi sui flussi migratori...l'unico problema e' sempre e solo questo...e chi non lo capisce e' brutto sporco e cattivo...
silvana messori
7 anni, 9 mesi
obiettivo: la pace! o meglio cercare che altri fuochi di guerra non si incendino ulteriormente! Oltre che la visione di una guerra a pezzettini, c'è pure un auspicio che le zone interessate a fenomeni di conflitto e con confini sempre più a macchia d'olio vengano rese libere da poter gestire un processo di riappacificazione fra i popoli, fra le etnie, fra le tribù, ecc. e il grande occidente( anche paesi ritenuti tali come il Giappone ad es.) sia sempre di più espressione di valori condivisi nella prospettiva di una pace che ormai tutti possono dichiarare di aver perso! E' mio modesto parere che il ruolo della Russia sia stato superiore, in senso di ottica e di equilibrio, in molti frangenti a noi poco conosciuti, e che invece si siano rivelati a posteri delle vere e proprie azioni di riequilibrio nelle sorti di alcuni conflitti. Ora il momento è ancora più cruciale perché è sempre più evidente che il ruolo della grande Madre Russia(Putin), soprattutto per l'Europa, sarà decisivo.
Massimo Deiana
7 anni, 9 mesi
MMMHH, Cara signora, leggo sempre con piacere i suoi commenti, ma questa volta le devo fare un appunto, lei parla di un occidente i cui valori sono condivisi, anzi " sempre più condivisi".. Beh devo deluderla, qui fuori i nostri "valori" non sono assolutamente condivisi, ANZI!! sono addirittura INVISI!! considerati altamente destabilizzanti... Penso che una cosa tutti gli europei devono stamparsi a fuoco in testa: non siamo nessuno rispetto alla totalità della popolazione mondiale, di conseguenza non siamo in grado di influenzare...NIENTE. Se nessuno ha ancora provato a schiacciarci è solo perché vedono gli USA e le loro atomiche alle nostre spalle che ci proteggono. Discorsi sull'uguaglianza e il rispetto dei diritti non hanno senso in posti dove nessuno è disposto ad accettare e ratificare persino i diritti fondamentali della persona sanciti dall'ONU.. Saluti dalla Cina
silvana messori
7 anni, 9 mesi
Buona sera sig. Deiana.. ed è con vero piacere sapere che ci legge anche dalla Cina(sempre in giro per il mondo lei eh)! E' auspicabile che ciò fino ad ora abbiamo considerato sotto l'aspetto dei diritti umani, un'esigenza alla convivenza civile di ogni e per ogni popolo, anche rispettando le tradizioni millenarie di coloro che "preferiscono" proseguire nell' oggi come dai tempi dei loro avi, è necessario perseverare nelle aspirazioni che anche nei tempi odierni, purtroppo vengono meno! Purtroppo siamo(forse non tutti) consapevoli che quanto Lei indica nel commento, sia in fase di continuo degrado e che l'amarezza della constatazione ci fa diventare uomini senza speranza! La speranza invece non deve mai morire... e per utopica visione, ci si deve credere proprio per il bene dell'umanità! cordialità e un grande saluto dalla Sua Terra Bergamasca!