L'Editoriale / Bergamo Città
Mercoledì 21 Ottobre 2015
Medicina moderna
vaccini decisivi
Le vaccinazioni rappresentano ormai una delle tappe fondamentali della storia della medicina. Infatti i vaccini sono fra i farmaci più sicuri, perché agiscono sulla quasi totalità delle persone trattate, hanno pochi effetti avversi e hanno la caratteristica di avere effetti positivi che durano a lungo nel tempo. Inoltre, hanno un costo relativamente basso e comunque vengono forniti gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale.
Si deve anche sottolineare che una copertura generalizzata della popolazione attraverso la vaccinazione può determinare la scomparsa di una malattia infettiva. È accaduto per il vaiolo, una grave malattia contro cui oggi non c’è più la necessità di vaccinarsi perché il virus, grazie alla generalizzazione della vaccinazione, è scomparso e si può ritrovare solo in qualche laboratorio, dove viene conservato per ragioni di studio. È successo anche per la poliomielite. I giovani e anche i meno giovani forse non se lo possono ricordare, ma prima della vaccinazione antipoliomielite, erano migliaia i bambini che venivano infettati; molti morivano, altri sopravvivevano ma con gravi disabilità. Oggi i casi di poliomielite sono praticamente inesistenti e, se si potessero superare alcuni ostacoli «ideologici» per la vaccinazione in alcuni Paesi in via di sviluppo, fra pochi anni non sarebbe più necessario usare il vaccino antipoliomielite.
Purtroppo, la situazione delle vaccinazioni non è così rosea in Italia, perché un gruppo minoritario, ma molto vocale, cerca di gettare il panico fra i genitori, propagando notizie false. Così la copertura vaccinatoria è diminuita al di sotto del 95 percento, un limite che già denota pericolo, e in alcune Regioni si è attestata intorno all’85 percento. Non deve quindi destar meraviglia la constatazione della presenza di malattie infettive che sembravano ormai debellate. Siamo il Paese europeo con il maggior numero di casi di morbillo (oltre 1600 casi registrati nel 2014 ma probabilmente molti di più), un triste primato per cui abbiamo avuto anche un rimprovero dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.
Quali sono gli argomenti degli oppositori? In gran parte si basano su aneddoti e riguardano malattie che sarebbero comunque comparse in tempi più o meno lunghi dopo la vaccinazione, dimenticando che il vaccino non è un rimedio universale, ma previene solo l’infezione per cui è stato preparato. L’argomento riguardante la presenza di sali di mercurio o di alluminio nei vaccini non è per nulla significativo: si tratta di dosi piccole, molto lontane da quelle che assumiamo normalmente attraverso l’alimentazione. Più allarmante è la convinzione che le vaccinazioni causino disturbi di comportamento, come ad esempio sindromi autistiche.
Niente di più falso, come dimostrato dal fatto che l’autore di questi studi, Wakefield, ha dovuto ritirare tutti i suoi lavori scientifici ed è stato condannato per aver disseminato informazioni dannose per la salute pubblica. Per contro tutti i Paesi civili sostengono le vaccinazioni e nella estesa letteratura scientifica sul tema non si trovano tracce di un possibile rapporto di causa ed effetto fra vaccinazioni e sindromi di autismo.
I vaccini che devono essere utilizzati nell’infanzia sono infatti fortemente raccomandati dal Ministero della Salute e da tutte le Società dei medici pediatri. Naturalmente esiste la libertà di non vaccinarsi, ma in questo caso è grave la responsabilità che si assumono i genitori che non proteggono i loro figli ed espongono altri bambini alla possibilità di contagio. È importante che, proprio per la protezione contro gravi malattie infettive, si ammettano a scuola solo i bambini vaccinati e che questa disposizione venga estesa anche a tutte le attività collettive, in cui è più facile il contagio. Il Ministero della Salute ha predisposto un Piano Nazionale per le Vaccinazioni, ma adesso è il momento di applicarlo.
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