Lo stadio a nuovo
Le partite da giocare

Nei suoi 87 anni di vita, lo stadio di Bergamo ne ha viste di battaglie. Quelle sportive al suo interno, ma anche quelle politiche che lo hanno avuto come oggetto di diatribe a Palafrizzoni e non solo. Di altre battaglie, quelle fra ultrà, ne parleremo in seguito. Per restare agli anni 2000, in principio fu Treviolo. Lì era stata individuata un’area dove realizzare un nuovo impianto. Fu il calcio d’inizio di una partita che in tempi recenti sembrava non avere più sbocco. Un risultato positivo è stato invece raggiunto in questi giorni, con l’accordo di massima raggiunto fra l’Atalanta e il Comune per l’avvio di un primo cantiere.

È una mossa all’impasse che finora non aveva permesso di dare risposta a un’evidenza: il vecchio Brumana non è all’altezza di una squadra di serie A. Entro pochi giorni partiranno i lavori per ammodernare il catino di viale Giulio Cesare (rifacimento dei parterre delle due tribune, potenziamento delle torri-faro, adeguamento della cabina elettrica e spazi adeguati per la tribuna d’onore). Il cantiere, che dovrà essere chiuso per l’inizio del prossimo campionato, il 23 agosto, è la premessa a un restyling definitivo dello stadio e segna un passo avanti in questa direzione nella delicata trattativa fra la società di Antonio Percassi e Palafrizzoni. La meta, come anticipammo già nell’aprile 2013, è vestire l’«Atleti azzurri d’Italia» con un abito inglese: gradinate al posto delle curve, tutti posti a sedere e al coperto per una capienza complessiva di 22-25 mila spettatori, sul modello appunto degli stadi d’Oltremanica. Il cantiere in partenza segna definitivamente, caso mai non si fosse capito, il tramonto dell’idea di spostare lo stadio da viale Giulio Cesare. Idea ambiziosa, che negli ultimi anni aveva coinvolto diverse destinazioni: dal quartiere di Grumello ai paesi dell’hinterland.

Un’ipotesi troppo onerosa, sia per le casse del Comune che dei privati. Le conseguenze della crisi economica hanno messo una pietra tombale su questa ipotesi. Con realismo è tornata a prendere piede la soluzione dell’ammodernamento del vecchio, caro Brumana, sulla quale concordavano i competitori della campagna elettorale del 2014: dai grillini a Tentorio a Gori, che, diventato sindaco, ha preso in mano il dossier arrivando a un primo risultato. Nella stessa direzione lavorò per la prima volta in tempi recenti un’altra Giunta di centrosinistra. Nel 2006 l’Amministrazione Bruni tentò infatti la via del restyling col progetto «Stadio 3000»: la cordata di privati composta dall’allora presidente nerazzurro Ivan Ruggeri e dalla famiglia Maffeis chiedeva come contropartita la possibilità di edificare un nuovo quartiere alla Martinella. Richiesta respinta. E la partita si chiuse subito. Ora è in corso quella fra Gori e Percassi, nell’ambito del rinnovo del contratto d’affitto dello stadio, in scadenza a fine giugno.

Di certo c’è che l’impianto resterà in viale Giulio Cesare. Soluzione che non piace ai residenti della zona: quando l’Atalanta gioca in casa, in casa restano anche loro. Lo stadio a nuovo sarà garanzia pure per una migliore gestione dell’ordine pubblico, con spazi meno caotici e più ampi, come i due piazzali sotto le curve di accesso e deflusso che beneficeranno di nuova superficie ricavata dal «raddrizzamento» dei vecchi settori. Interventi di miglioramento sono possibili anche sul fronte della mobilità verso lo stadio, individuando aree di sosta lontane dalla cinta dello stadio. La Zona a traffico limitato e i bus navetta sono stati una boccata d’ossigeno, ma c’è altro agio. Intanto il questore Girolamo Fabiano si è impegnato ad adottare nuove misure di prevenzione delle violenze degli ultrà più intemperanti. Anche qui serve un restyling.

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