L'Editoriale
Martedì 20 Dicembre 2016
La Germania ferita
nel luogo simbolo
Non sappiamo ancora chi fosse alla guida del tir e se effettivamente vi sia stata deliberata intenzione terroristica nella strage al mercatino di Natale di Berlino. Resta fermo però che i 9 morti e 50 feriti sono caduti in un luogo simbolico per la Germania e l’Occidente. La «Gedächtniskirche», la chiesa della memoria, è un grido contro la guerra. La basilica fatta erigere dall’imperatore Guglielmo II in onore di suo nonno Guglielmo I alla fine dell’Ottocento, nella Seconda guerra mondiale è stata ridotta a rovina. Per i berlinesi è il dente cavo per la forma del campanile rimasto per metà in piedi.
Tutto a Berlino è stato rimesso a nuovo ma questa chiesa , no. È rimasta com’è per testimoniare la rovina della guerra, per segnare la svolta della risorta Germania. Una speranza ed un monito per auspicare un mondo di pace. Un autotreno lanciato sul mercatino di Natale del quartiere Charlottenburg , vicino a Kurfürstendamm, ha rotto un sogno. Ottanta metri a folle velocità prima di fermarsi sui cadaveri delle sue vittime . La Germania si sente in guerra, anche se non la vuole.
Il benessere di cui il Paese gode e che è stato confermato anche dalla relazione annuale della Bundesbank ha indotto fino ad oggi i cittadini a pensare che la Germania fosse ancora un’isola felice. Le intercettazioni ambientali che in Italia sono imprescindibili per poter operare contro la criminalità organizzata, sono vietate dal diritto tedesco. La tutela della libertà individuale è presidio fondamentale della democrazia della Bundesrepublik. Solo recentemente la polizia ha mandato, per poter indagare in caso di sospetto terroristico, sulle intercettazioni e sul controllo informatico incrociato. Con successo perché a Friburgo si è potuto prevenire la scorsa settimana un attentato organizzato in modo artigianale con una bomba fatta di chiodi e tuttavia pericolosa al mercatino di Natale della città della Brisgovia. In questo caso gli attentatori si erano tenuti in contatto via internet e quindi sono stati facilmente individuati. Ma la vera incognita sono i lupi solitari, quelli che fanno tutto senza intrecciare relazioni, lontani da luoghi sospetti e senza contatti. Impossibile prevenire una loro azione. Raggiunti dalla propaganda jihadista elaborano in proprio la loro ribellione e portano a compimento azioni terroristiche in aperta avversione al mondo occidentale. Chi come la Francia e il Belgio vanta un grande numero di immigrati che nel corso del tempo non si sono integrati, è più esposto agli attentati delle cellule estremiste. La Germania ha circa tre milioni di turchi che soprattutto a Berlino mantengono vive le tradizioni familiari e rifiutano in parte di integrarsi. Da quando Erdogan ha trasformato la Turchia in una sorta di sultanato, sono aumentate le rigidità nei confronti dell’Europa. E questo non contribuisce a rasserenare gli animi.
Lo conferma l’omicidio dell ambasciatore russo in Turchia ad opera di un giovane poliziotto. Un fatto assolutamente impensabile se non inserito nelle trame di un Medio Oriente ormai fuori controllo da quando gli Stati Uniti hanno di fatto lasciato il campo alla Russia di Putin. Sempre più numerosi sono i cittadini turchi di fede islamica che osteggiano Bashar el Assad e la politica di sterminio mostrata ad Aleppo con l’aiuto determinante dell’aviazione russa.
In quella zona operano i ribelli turcomanni che vorrebbero un’annessione alla Turchia. Ma la Turchia di Erdogan ha sottoscritto un accordo con la signora Merkel per contenere il flusso dei migranti. È questa la spada di Damocle che pende sul governo tedesco.
Se l’autocrate ottomano dovesse dare il via libera ai fuggitivi della Siria, la Germania sarebbe sotto scacco dei nazionalisti dell’Alternative für Deutschland alle prossime elezioni di settembre 2017. Quindi per Erdogan via libera alla sua politica di limitazione della libertà di stampa e di soppressione dell’opposizione. Verso Erdogan quindi cautela ma sul fronte interno è prevedibile che aumenti la pressione sulla Signora Merkel. Già ora si parla di blindare i luoghi pubblici dove vi siano manifestazioni popolari. Se così fosse, la democrazia in Germania diverrebbe simbolicamente assediata e i terroristi avrebbero raggiunto il loro scopo: modificare le abitudini dei Paesi occidentali e renderli loro ostaggi.
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