
L'Editoriale / Bergamo Città
Lunedì 23 Novembre 2015
Insegnanti malpagati
Un affare di stato
«Fra gli operai più malpagati ci sono gli educatori. Cosa vuol dire? Semplicemente che lo Stato non ha interesse. Se l’avesse le cose non andrebbero così». Così Papa Francesco (che parla a ragion veduta poiché in gioventù insegnava Lettere presso un istituto di Santa Fe in Argentina) rivolgendosi sabato scorso a braccio ai rappresentanti mondiali delle scuole cattoliche riuniti nell’Aula Paolo VI.
L’accostamento tra i docenti e gli operai non va letto come proletarizzazione spregiativa dei primi, bensì nel senso evangelico di umili operai alla vigna del Signore (lo stesso di Benedetto XVI, ricordate?). Umili ma cruciali, essenziali alla costruzione di una società orientata ai valori di civiltà e di pace. Poi Francesco aggiunge un aggettivo che colpisce per un pontefice che ha fatto della sobrietà il carattere distintivo del suo ministero: «malpagati». Proprio così. Si riferiva ovviamente agli insegnanti italiani, il cui stipendio non va oltre i 1.600 euro netti al mese (con vent’anni e passa di anzianità). Per essere più precisi il reddito annuale di un docente italiano va dai 23.048 euro lordi di una maestra elementare a un massimo di 38.902 euro di un insegnante di liceo. Il Papa sindacalista? Macché, il senso di quelle parole va ben oltre, e naturalmente riguarda tutti i docenti, sia statali che non statali (anche se nel pubblico la sindacalizzazione, quando ha ucciso il merito, ha contribuito a tenere bassi gli stipendi).
Ma prima ragioniamo su qualche cifra. A fronte di un sostanziale aumento dei salari della media dei docenti europei, gli stipendi degli educatori italiani, complice la crisi e il congelamento degli scatti salariali e degli stipendi, è fermo da anni (ci tengono compagnia Cipro e la Grecia, magra consolazione). Lo conferma l’ultimo rapporto di Eurydice, il network della Commissione Ue che monitora i sistemi educativi in Europa. Lo scorso anno la maggior parte dei Paesi dell’Eurozona (e non solo) ha registrato aumenti rispetto all’anno precedente. In alcuni casi si trattava di un sostanziale cambio di rotta rispetto al trend discendente (un esempio è costituito da Croazia, Slovacchia e Islanda). Anche in Lussemburgo, l’Eldorado degli insegnanti di tutto il mondo (141 mila euro lordi l’anno), sono stati rivisti al rialzo insieme ai colleghi del comparto pubblico. Belgio, Irlanda, Francia, Polonia, Finlandia e Gran Bretagna si sono visti assegnare un «ritocchino» dell’un per cento, meglio che niente. In Italia invece i docenti hanno subito tagli, unico caso insieme con la Serbia.
Se andiamo a guardare la classifica dei salari in Europa (a parità di orari di insegnamento), ci accorgiamo che una professoressa italiana è poco più che una cenerentola dell’educazione. In Germania il reddito annuale supera i 70 mila euro lordi, il doppio di quelli italiani. In Spagna si arriva a guadagnare 46.513 euro. Peggio di noi fa solo la Bulgaria, con 6 mila euro l’anno, cifra da Terzo Mondo. La Bulgaria.
Uno stipendio congruo e all’altezza della professione esercitata, che è cruciale per il futuro del Paese, non è soltanto una questione di tenore di vita (ma nel nostro caso dovremmo parlare piuttosto di sostentamento). Se è vero che uno stipendio gratifica il dipendente anche l’importanza e il ruolo di responsabilità della professione, allora ecco che lo stipendio di un docente italiano non è assolutamente degno di questa missione, in una scuola che sta diventando sempre più elitaria, come ha detto il Papa, anche per motivi finanziari. È questo il senso delle parole di Francesco. Lui lo sa da tempo. Il nostro governo ancora no.
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claudio beretta
9 anni, 6 mesi
Per anni gli insegnati hanno goduto di leggi a loro favore che permettevano stipendi adeguati, ferie come pochi altri lavori permettevano (considerato anche che per diversi di loro il periodo estivo era di pura vacanza), un possibile secondo stipendio in "nero", al di fuori degli orari di insegnamento, e soprattutto la possibilità (con la compiacenza di diversi Presidi) di arrivare all'età della pensione senza neanche aver fatto un giorno d'insegnamento effettivo, o quasi, tra maternità e malattie vere o presunte... una pacchia!!! Ora purtroppo tutto ciò lo pagano le successive generazioni di insegnati ma una dieta, dopo un lungo periodo di "vacche grasse", era d'obbligo... no?!? Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti anche in termini di scarsa scolarizzazione ed educazione... Il dito sarebbe da puntare verso più soggetti ma i sindacati, secondo me, sono i primi responsabili!!
Lucia Pozzi
9 anni, 6 mesi
Insegno in un liceo. Ho circa 20 anni di anzianita'. Il mio reddito annuo e' di 28000 euro lordi e qualche spicciolo, non di 38000 come dice l' articolo. Ma a me e' andata fin troppo bene. Ho due amiche di 54 anni, uscite da scuola con voti brillantissimi e che fanno quasi la fame e devono rinunciare pure a cure mediche necessarie. Una società che non offre uno stipendio decente ai bravissimi e incorona i soliti figli di papa' non mi garba.
ELIO CAPELLI
9 anni, 6 mesi
E' poco, certamente, ma forse è anche la conseguenza di un certo atteggiamento, che per fortuna sta cambiando , di una specie di rassegnazione,, cominciamo ad entrare poi col tempo ci avviciniamo a casa, poche ore , siamo liberi tutta l'estate, Natale ,Pasqua, un po di ripetizioni che arrotondano... un anno poi un altro e lo stipendio rimane li, un tempo l'insegnate godeva di un importante e giusto riconoscimento sociale.. oggi molto meno. Speriamo che cambi qualcosa...
Graziano Rosponi
9 anni, 6 mesi
Dovrebbero cambiare anche gl'insegnanti. Le idee e i pensieri di tanti (troppi) di loro sono proprio così.
Fabio Ferrari
9 anni, 6 mesi
@Rosponi - No, no non è indifferenza è proprio malafede.
Graziano Rosponi
9 anni, 6 mesi
Sono anni che si levano queste "grida" ma come quelle manzoniane rimangono inascoltate. É indifferenza o, peggio, malafede di chi dovrebbe provvedere? Le percentuali di chi non frequenta o abbandona la scuola sono da terzo mondo. La qualità dell'insegnamento ne risente certamente: umanamente, come si può pretendere l'eccellenza del corpo insegnante quando questo é pagato meno degli usceri Comunali? Dobbiamo ringraziare quegli eroi che per passione all'insegnamento danno tutto se stessi. E sono tanti. Tutto questo é stato detto e ridetto, ma non si é mai corso ai ripari. Perché? Mah, c'è da pensar male e, come diceva quel tale, spesso s'indovina.