In italia debutta
Il ministro dell’alterno

Un’inedita figura istituzionale si sta affermando nel nostro ordinamento giuridico: il ministro dell’Alterno. Si tratta, in realtà, di un ardito esperimento, che si concretizza nel connubio di più funzioni, che si intersecano e si completano per costruire un profilo adeguato al governo del cambiamento. Il ministro di nuovo conio è «alterno» perché si alterna nei ruoli e nei luoghi; ma può anche essere alterno – dalla radice latina «alter» – perché diventa «qualcun altro».

Stefano Sepe

Egli può ricoprire – a secondo delle esigenze – il ruolo di ministro delle Infrastrutture, oppure di ministro dell’Economia. Dipende dalle priorità politiche del momento. Oltre che alternarsi nelle funzioni, il ministro è alterno nelle modalità. Sia comunicative sia di fatto. Nel suo procedere si intersecano costantemente toni sbrigativi e atteggiamenti concilianti; sparate grossolane e ossequi formali; irridenti guasconate seguite da accorte ritirate strategiche. Un bagaglio multiforme di rumorose entrate in scena, di fulminei ingressi sui social media, di sgusciante abilità nell’eludere le domande, di magistrale capacità di spostare l’oggetto del contendere. Quello che in gergo viene comunemente detto «altrovismo».

Il ministro – oltre che alterno – è anche «altro da sé», hegelianamente parlando. Riesce a farsi piccolo piccolo, quando serve. Afferma, con evidente modestia, che può permettersi di stare molto poco al ministero, poiché l’apparato può funzionare egregiamente anche senza la sua presenza. Circostanza peraltro assolutamente vicina al vero. Se un giornalista gli fa osservare che sembra comportarsi spesso come se fosse il capo del governo, egli si schermisce, negando assolutamente di aver invaso ambiti non di sua competenza. Su questo piano il ministro ha una particolare abilità nello svicolare – ad esempio – minimizzando settimane fa il senso di una dichiarazione nella quale era arrivato a dire: «Non c’è presidente del Consiglio che tenga», riferendosi a un alt che era stato lanciato da palazzo Chigi nei suoi confronti. Oppure «delegando» il premier Conte a rispondere in sua vece in Parlamento. Un vero e proprio assurdo istituzionale.

Nei fatti, la pretesa modestia è nient’altro che una maschera. Il ministro sconfina sistematicamente dai territori di sua competenza, definiti dalle leggi e sottoposti – per principio costituzionale – all’azione di coordinamento del presidente del Consiglio. Una libertà di manovra – non ben vista dal premier, ma da lui tollerata – basata su una modalità precisa e studiata a tavolino. Il ministro dell’Alterno ama mettere i partner di governo di fronte al «fatto compiuto». Interviene nelle sedi più disparate per illustrare l’azione di governo, o convoca le parti sociali al Viminale per parlare della manovra economica per il 2020. Compiti che spetterebbero al capo del Governo, ma che vengono disinvoltamente assunti legandoli, in modo arbitrario, alle funzioni di sicurezza. Nella «narrazione» salviniana la convocazione al Viminale assume anche un significato recondito, simbolicamente rilevante. Dal 1922 ai primi anni repubblicani quel palazzo era sede della presidenza del Consiglio oltre che del ministero dell’Interno. Tant’è che una parte dell’austero palazzo è tuttora nota come «ala presidenza».

Siamo, in sintesi, in presenza di un ircocervo politico: un ministro di lotta e di governo, che occupa spazi altrui nel dettare l’agenda governativa e, contemporaneamente, critica l’azione dell’esecutivo nei casi di scelte a lui non gradite. Il profilo ideologico di Salvini «multiministro» è, a sua volta, una combinazione frutto di singolari incroci. Un uomo politico marcatamente di destra, con tratti evidenti di xenofobia, che ama adottare modalità espressive alla Che Guevara; un uomo che ostenta il bacio al Crocifisso, alternandolo alla totale mancanza di pietà nei confronti di persone derelitte. In un Paese che ha conosciuto e sofferto vent’anni di dittatura quella del ministro dell’Alterno non è esattamente una presenza rassicurante.

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Gianalberto Vezzoli

5 anni, 10 mesi

Mai sul posto di lavoro, mai alle riunioni internazionali che contano, mai a rispondere seriamente del suo operato. Un coniglio che si spaccia per un leone: sempre in fuga davanti alle sue responsabilità.

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Stefano DUCA

5 anni, 10 mesi

.. sbagliato!!!!...i veri problemi saltano fuori stando proprio in mezzo alla gente!!!!

Donata Fantini

5 anni, 10 mesi

proverbio sempre valido ::: chi troppo vuole ... nulla stringe........

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luigi zambetti

5 anni, 10 mesi

L'Eco non è di proprietà della Lega e sembra che questo spiaccia a qualcuno. Fatevene una ragione, esiste la libertà di parola. A mio parere però a questa ironia andrebbe aggiunta l'informazione: Salvini è stato sponsorizzato in Calabria da persone non specchiatissime (fonte: The Guardian) e per altro ha ringraziato dopo l'elezione. E per altro voleva abolire il codice dei contratti, perchè bisogna fidarsi (IN ITALIA?) Anche i Presidenti di Regione Zaia e Fontana lamentano questo "sudismo", forse qualche cosa di vero ci sarà. Dire che tanto il fascismo non torna è scoprire l'acqua calda. Intanto con nostalgici e neofascisti si usa la mano leggera, ed un Ministro della Repubblica (non di Salò) a questo dovrebbe stare attento, se non altro perchè fuori dell'Italia a queste cose ci stanno ancora attenti. Poi non dà mai risposte. La risposta tipo davanti ad un'obiezione si riassume nel "ho ragione io e non devo spiegare perchè", oppure "quello che dicono quelli che non sono dalla mia parte non mi interessa", "non mi compete" o "non mi ricordo", riassumibili tutti nel più classico "menefrego". Neanche il Papa, che per dogma è infallibile, arriva a tanto. Abbiamo poi le tiritere sui "giudici che fanno politica" già care a fior di delinquenti a partire da Totò Riina - in effetti lui era più chiaro, parlava di giudici comunisti. Rimane poi l'attitudine a dare per risolta una questione solo perchè se ne è occupato per poi tralasciarla, andando a spezzare reni greche oggi qui e domani là. Un sola: le promesse elettorali fatte ai pastori sardi non sono state mantenute, l'aumento del prezzo del latte a un euro al litro non c'è stato. Un'altra: i porti sono aperti e la gente arriva anche se nessuno ne parla. In compenso abbiamo reso clandestine e fuori da ogni possibile controllo migliaia di persone. Non vedo nessuno che riporta a casa loro nessun altro. Aria fritta. Non sarà fascismo ma.

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Andrea Manzoni

5 anni, 10 mesi

Di promesse non mantenute, purtroppo, ce ne sono molte altre, alcune clamorose come quella dell'abolizione delle accise entro un mese dall'insediamento al governo. Ma d'altronde, se agli italiani bastano le promesse dimenticandosi regolarmente dei risultati vuol dire che aveva ragione Dante, "chi è causa del suo mal, compianga se stesso". In effetti, si può permettere una simile sfrontata esibizione di incoerenza e protervia anche grazie alla sempre più marcata deriva di acquiescenza e sudditanza che sta assumendo l'altra parte del governo, ovvero i 5stelle. Inoltre, e ancora più grave, la linea di propaganda si fa sempre più aggressiva e prepotente, con un vero e proprio sciacallaggio politico su ogni episodio, dove scatena la caccia alle streghe sugli avversari veri o inventati, come nella sconcertante vicenda di Bibbiano. Non è fascismo, ma gli somiglia molto in alcuni atteggiamenti, ed è un vero peccato, perchè le ragioni politiche su alcuni temi meriterebbero ben altro impegno, come sull'autonomia, la riduzione e semplificazione fiscale, le infrastrutture, il sostegno alle imprese.

Stefano Galliani

5 anni, 10 mesi

Solo chi è accecato da un pensiero di parte non percepisce il pericolo di una figura come questa dentro le Istituzioni dove limiti e confini di ruolo e di azione sono la garanzia per gestire il potere secondo le regole democratiche.

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Enrico Menotti

5 anni, 10 mesi

Da quando una figura come questa siede in un governo certo non troppo entusiasmante nella sua completezza, c'è chi vede il pericolo di fascismo anche nella tazzina del caffè. Non si preoccupi: i Russi non arriveranno e al massimo il pericolo è di elezioni anticipate, oppure che non si possa gestire il potere secondo le regole dei Democratici. Ma quest'ultimo è un serio problema solo per qualcuno

carlo Pezzotta

5 anni, 10 mesi

Salvini sempre assente . Assente 5 volte ai convegni europei dei ministri dell'interno, assente al ns. ministero, assente alla chiamata a riferire sul "presunto dice lui" scandalo orchestrato con i russi, assente sui continui sbarchi dei cosiddetti barchini, però presente quando c'è l'opportunità di blaterare populismo.Eppure continua ad aumentare consensi. Ma sarà proprio vero che gli italiani preferiscono ciò? Forse sarà il troppo caldo.

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Enrico Menotti

5 anni, 10 mesi

Forse sarà per il troppo caldo. così come era per il troppo freddo l'inverno scorso e lo sarà per il prossimo. O più verosimilmente sarà per ciò che offrono le "alternative"....

Pierluigi Facchetti

5 anni, 10 mesi

Oltre al caldo e al freddo ci sono anche le primavere ventose e l'autunno piovoso. Si rassegni:Salvini piace: 2.000.000 di voti di preferenze alle Europee vorranno dire qualcosa. Niente male per un "assenteista". che però da molto fastidio, specie a lei.

Arnoldo Rondi

5 anni, 10 mesi

Pezzotta non il caldo purtroppo per lei. In farmacia può acquistare una confezione di Maalox se lo necessità.

Arnoldo Rondi

5 anni, 10 mesi

Rosicone

Luigi Colleoni

5 anni, 10 mesi

In due parole abbiamo un grande lavoratore al governo... e qualcuno riesce pure a lamentarsi ...

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Antonio Ronchi

5 anni, 10 mesi

Meno male che abbiamo un ministro "alterno" perché se aspettiamo gli articoli de "L'ECO" sull' attuale governo è sempre la solita minestra!

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Arnoldo Rondi

5 anni, 10 mesi

Grande commento signor Ronchi.

Valter Piazzoni

5 anni, 10 mesi

Bell' articolo, divertente persino. A forza di articoli così la Lega passerà presto il 40%. Ci si può scommettere. Grazie Bergamo.

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REGAZZONI PERSICO

5 anni, 10 mesi

È divertente pure il suo commento che ringrazia Bergamo. Quella del 55percento a Gori al primo turno.