L'Editoriale / Bergamo Città
Martedì 01 Novembre 2016
Il Papa in Svezia
segna la storia
È un viaggio che segna la Storia e la ripara. Spazza via secoli di superbia, di orgoglio, di alterigia, ognuna motivata sul Vangelo con tanto di bolle e di cere infuocate, di spade e di sangue a tutela delle rispettive ragionevoli spiegazioni. L’ immagine di Papa Francesco che abbraccia l’ arcivescovo donna Antje Jackelin, primate della Chiesa luterana di Svezia verrà pubblicata in futuro su tutti i libri di storia.
Come l’ immagine del tavolo spoglio dietro al quale il Papa di Roma e il Papa dei luterani firmano la Dichiarazione congiunta nella quale si riconosce che la rimozione di Dio e del Vangelo della carità e della misericordia dall’ orizzonte del mondo è una sfida che va accolta tutti insieme da ogni comunità cristiana in un momento cruciale della storia. Eppure si tratta di immagini che qualcuno non avrebbe voluto vedere.
Il viaggio di Bergoglio in Svezia per commemorare la Riforma di Lutero e i 50 anni di dialogo tra cattolici e luterani ha creato molti problemi e i critici di Papa Francesco lo hanno utilizzato per l’ ennesimo colpo, questa volta a voce alta. E non c’ è solo la filiera di giudizi pesanti che rimbalzano qui e là sui social network dai siti cattolici più conservatori, ma anche le parole di eminentissimi cardinali di Curia, come il prefetto della dottrina della fede, il cardinale Mueller e il prefetto della liturgia, il cardinale Sarah.
L’ accusa è aver riabilitato Lutero, scomunicato da Papa Leone X, e di aver stravolto la visione cattolica della Chiesa cattolica. L’ accusa a Bergoglio è di essere un Papa protestante, che riconosce come Padre della Chiesa chi l’ ha distrutta. La giornata di ieri ha dimostrato che ogni accusa è falsa e offuscata ancora una volta dall’ orgoglio e dalla superbia. La grande riabilitazione di Lutero è avvenuta con Giovanni Paolo II e ciò non ha impedito che fosse proclamato Santo. Ieri Jorge Mario Bergoglio nei suoi interventi non ha detto nulla che non fosse già stato detto da Karol Wojtyla, San Giovanni Paolo II.
Oggi la ricerca storica degli studiosi cattolici e protestanti concorda sul fatto che Lutero non intendeva avviare la Riforma per fondare una nuova Chiesa, ma per sottolineare la necessità di rinnovare la Chiesa esistente. Leone X all’ epoca accettò quasi la metà delle famose 95 tesi che la leggenda vuole essere state inchiodate sulla porta della cattedrale di Wittenberg in Germania. Quindi il cardinale Mueller, quando ammonisce che da festeggiare non c’ è nulla, perché Lutero ha provocato uno scisma nella Chiesa in Occidente, sbaglia radicalmente. La trama della storia e delle sue interpretazioni è sempre più complessa di quella che appare nel presente. In 500 anni le polemiche hanno offuscato lo sguardo e molti si sono eretti a giudici della storia. Ieri a Lund la prospettiva è stata definitivamente spazzata via e cattolici e luterani hanno deciso di camminare più speditamente verso l’ unità, quella che consiste essenzialmente nel fatto che entrambi credono in Dio. Ed è stato ribadito che l’ errore più grande in questi 500 anni è stato quello di concentrarsi su ciò che divide le comunità.
L’ abbraccio di Lund conferma invece la convinzione ormai matura che al tempo di Lutero l’ annuncio del Vangelo era stato oscurato. E per evitare che anche oggi le tenebre abbiano il sopravvento occorre tornare ad occuparsi del Vangelo e non di chi siano oggi gli amici o i nemici del monaco tedesco. Benedetto XVI, il Papa-teologo, aveva già spostato la questione della disputa teologica alla fede e alla testimonianza comune di luterani e cattolici, fino al sangue, come dimostra la vicenda e l’ esempio dei martiri dell’ epoca nazista, che furono cattolici ed evangelici e rinunciarono, per dirla con le parole di Karol Wojtyla, «a visioni che sono in contrasto e nemiche della fede». Accanto a chi critica il Pontefice, c’ è chi acconsente benevolmente con la motivazione che Francesco è meno sensibile alle dispute teologiche e alla controversie classiche. Ma anche costoro sono nemici del Papa, con atteggiamento falsamente dissimulatorio.
Bergoglio non è uno sprovveduto, uno venuto dalla fine del mondo dove non arriva l’ eco di nulla. In 50 anni di dialogo tra luterani e cattolici è stato firmato un documento che è una pietra miliare, quello sulla giustificazione, cioè sulla forza della Grazia, che poi è l’ unica cosa che conta davvero per tutti, come spiega molto bene la Dichiarazione comune firmata ieri.Rimane il problema dell’ intercomunione. Ma è davvero un macigno teologico o piuttosto una faccenda pastorale in punta di misericordia, che riguarda il desiderio concreto per esempio di una coppia mista luterana e cattolica e dei loro figli che vogliono accostarsi insieme alla comunione? Il messaggio di Lund è chiarissimo: la forza ecumenica va concentrata sulla testimonianza e non sugli accenti, sul linguaggio, sugli strumenti per disinnescare o ridurre le rivalità.
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