L'Editoriale
Lunedì 02 Aprile 2018
Consultazioni, Mattarella
garante di continuità
Passerà presto la pausa pasquale, per la politica italiana: già mercoledì cominceranno le consultazioni al Quirinale e toccherà al capo dello Stato, cercare di dare all’Italia un governo nel più breve tempo possibile. Quali saranno le mosse di Mattarella? In questa prima fase probabilmente nessuna. Nel senso che il primo giro di colloqui (tutti immaginano che ce ne saranno altri) sarà dedicato ad ascoltare le posizioni dei partiti. Che diranno le cose seguenti.
Salvini: sono pronto a farmi da parte per il posto di presidente del Consiglio di un governo con i Cinque Stelle ma non posso permettermi uno strappo con Berlusconi. Di Maio: o lo faccio io il governo o non se ne fa niente, il dialogo è aperto con Salvini ma non con Berlusconi, e comunque dialogo anche con i democratici, se vogliono. I democratici: noi siamo all’opposizione con l’unica possibilità di aderire ad un governo promosso dal Colle con un presidente neutro, ministri tecnici o di area e sostenuto da tutti. Berlusconi: la presidenza del Consiglio spetta al centrodestra come coalizione vincente nella persona di Matteo Salvini e il governo di coalizione con i Cinque Stelle deve coinvolgere me e Forza Italia. Infine Giorgia Meloni: governo di coalizione a partire dal centrodestra con Salvini a capo ma senza «inciuci».
Messe le pedine sulla scacchiera in queste posizioni, verrebbe da compiangere il presidente della Repubblica. Lui, Mattarella, ha fatto sapere due cose: primo, che non c’è alcuna ipotesi che lui gradisca più di altre e che la scelta spetta ai partiti; secondo, che la nuova legislatura, frutto di una nuova legge elettorale, è «una pagina bianca» tutta da scrivere senza pregiudizi e veti. La terza è scritta nelle cose: Mattarella farà di tutto perché il governo futuro rispetti tutti i vincoli, i patti e le garanzie istituzionali e internazionali assunti dall’Italia. Il potere stabile della presidenza della Repubblica da quasi un decennio è vista in Europa come garanzia di continuità nel mezzo dei travagli politici e un uomo delle istituzioni come Mattarella sicuramente non verrà meno a questa sua responsabilità.
Detto ciò, a quale compromesso si arriverà? Attualmente al Colle non c’è una soluzione pronta, e Mattarella si limiterà a cercare di capire le intenzioni vere – più che di parata – delle singole forze politiche. Ciò che sicuramente non accetterà è che le posizioni espresse nel confessionale dello Studio alla Vetrata vengano poi contraddette nelle successive dichiarazioni pubbliche, un gioco cui spesso i partiti indulgono.
Anche nel 1976 ci fu una legislatura con due vincitori, la Dc e il Pci, che si trovavano nella impossibilità politica (più che numerica) di governare l’uno senza o contro l’altro. Ne nacque il governo della «non sfiducia» cui poi sarebbe seguito quello della «solidarietà nazionale» che costò la vita a Moro. Altri protagonisti, altri tempi, ma forse qualche indicazione utile può venire a Mattarella anche da quel lontano precedente.
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