L'Editoriale / Bergamo Città
Sabato 17 Settembre 2016
Ci ha fatto ritrovare
la passione per l’Italia
Un «patriota» convinto, sincero, non convenzionale e, soprattutto, non retorico, sebbene nel suo settennato al Quirinale parlare di unità d’Italia, Tricolore o inno di Mameli sembrava la cosa più impopolare che si potesse fare. E invece Carlo Azeglio Ciampi ha dimostrato ancora una volta che se a parlare alla gente è il «cuore», e non la semplice ragion di Stato, al «cuore» della gente si arriva con gran facilità. E lì si resta.
Bastava guardarlo, il Presidente, per capire che quel che diceva gli veniva da un profondo sentimento interiore, dal grande amore che nutriva per la propria Nazione, dall’inesauribile orgoglio di essere italiano e dalla voglia di dimostrarlo sempre, ovunque e comunque. Se Carlo Azeglio Ciampi riuscì a riconciliare gli italiani con i suoi simboli (festa della Repubblica e parata del 2 Giugno comprese) fu proprio grazie alla straordinaria capacità di lasciar trasparire a un intero popolo la sincerità dei propri sentimenti, facendo riscoprire a noi tutti un senso di appartenenza alla Nazione non retorico e un recupero convinto dell’idea di Patria. In poche parole, l’orgoglio di essere italiani.
Un’eredità non da poco quella che ci lascia il Presidente: sta a noi riuscire a tenercela stretta, mantenendo viva quella passione autentica verso il Paese che ha guidato Ciampi in tutta la sua lunga carriera di fedele servitore dello Stato. Chi oggi canta fuori dal coro, parlando politicamente di Ciampi come di «un traditore», lo fa indossando una maglietta con la scritta «Sono un populista»: con l’ironia che l’ha sempre contraddistinto, ne avrebbe riso anche lo stesso Presidente.
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