Economia
Lunedì 05 Marzo 2018
Piazza Affari giù ma non crolla, l’Euro tiene A Milano scivolano banche e Mediaset
In Piazza Affari, il voto ha avuto ripercussioni sulle banche, con diversi titoli che hanno subito sospensioni al ribasso.
All’indomani delle elezioni politiche, Piazza Affari cede l’1,1% a 21.668 punti, appesantita dalle banche (il comparto perde il 2,9%) e da Mediaset (-4,5%), che sconta il dato di Forza Italia, al di sotto delle attese.
Per la Borsa milanese non si tratta di un crollo, anche se è la peggiore di un’Europa nel complesso positiva. Il voto in Italia, con le incertezze legate alla mancanza di una maggioranza e alla crescita dei partiti considerati meno europeisti, viene visto con timore dagli operatori. Dopo il via libera dell’Spd a un governo di grossa coalizione in Germania, Francoforte ha aperto in calo ma ha poi virato in terreno positivo (+0,1%).
A condizionare i mercati non sono solo questioni politiche: restano i timori per l’annuncio del presidente americano Donald Trump in tema di dazi sull’acciaio e sull’alluminio. Dopo un po’ di tensione iniziale, che ha fatto salire il rendimento dei titoli di Stato italiani decennali oltre il 2%, le acque si sono calmate anche per lo spread fra btp e bund, che sale a 136 punti, contro la chiusura a 131 di venerdì, con un rendimento in all’1,98%. Anche l’euro non pare aver subito particolari scossoni: cambia a 1,23 rispetto al dollaro, sostanzialmente invariato sulla Piazza di Londra.
In Piazza Affari, il voto ha avuto ripercussioni sulle banche, con diversi titoli che hanno subito sospensioni al ribasso. L’istituto più sotto pressione è Banco Bpm (-6%), seguito da Bper (-5,8%), Ubi (-4,5%), Unicredit (-3%) e Intesa (-2,5%). La ’banca di Statò Mps perde il 3%.
Per il mercato italiano, «la principale implicazione di breve termine è un atteso incremento del rischio paese - scrive Intermonte - un ampliamento dello spread dei bond governativi e pressione sul settore finanziario in quanto i manifesti politici sia del M5s che della Lega sono chiaramente non amichevoli nei confronti delle banche e delle istituzioni finanziarie in generale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA