Valentino parla bergamasco
A dirigere «Red» c’è Filippo Cavalli

È stato chiamato a dirigere Red Valentino, la linea giovane e più contemporanea della casa di moda che dal 2012 è sotto il controllo di una holding finanziaria del Qatar, la stessa che ha già acquisito altre partecipazioni di prestigio nel mondo del lusso come quelle in Tiffany e Lvmh, oltre ai grandi magazzini londinesi Harrod’s.

È stato chiamato a dirigere Red Valentino, la linea giovane e più contemporanea della casa di moda che dal 2012 è sotto il controllo di una holding finanziaria del Qatar, la stessa che ha già acquisito altre partecipazioni di prestigio nel mondo del lusso come quelle in Tiffany e Lvmh, oltre ai grandi magazzini londinesi Harrod’s.

Ora a occuparsi dei progetti della linea Red in tutto il mondo è Filippo Cavalli, 40enne bergamasco – originario del quartiere cittadino di Pignolo - che ha lasciato poche settimane fa un altro ruolo di prestigio in Zegna per questa nuova sfida manageriale.

Sarebbe infatti dovuto partire per New York proprio i primi di gennaio per gestire il canale dei department store per conto di Zegna negli Stati Uniti, dopo aver gestito per diversi anni le licenze e le partnership della maison del lusso italiano, quando è arrivata una chiamata dalla Valentino. Una proposta impossibile da rifiutare per lo straordinario fascino del brand ma anche perché per Cavalli questa è un’avventura a tutto tondo: «Zegna è una realtà eccezionale che mi ha dato molto in questi anni, con grandi soddisfazioni e una crescita professionale grazie anche alle partnership instaurate con numerosi partner, da Maserati a Estée Lauder, da Girard Perregaux a Vertu, da Marcolin al velista Giovanni Soldini, con i quali ho avviato progetti di grande successo».

Ora con la maison Valentino si apre un nuovo mondo: un’ottima opportunità di lavorare per una delle case di moda più storiche del nostro Paese, «un marchio raffinato e magico per il suo allure – spiega -. Avvicinarmi alla poesia e al sogno che la maison da sempre racconta con la sua moda mi onora e stimola fortemente».

In fondo la moda è sempre stata alla base della sua vita: «Sin da piccolo ammiravo il modo di vestire di mio padre, la sua eleganza molto ricercata e l’attenzione al dettaglio – sorride il giovane manager -. Da lì ho iniziato a studiare concetti come heritage e stile e a sviluppare l’attenzione al prodotto moda e al significato che ricopre a livello sociale. Ed economico». Come se quella passione giovanile avesse dato il via a un percorso nel mondo dello stile che lo ha portato oggi alla celebre maison fondata da Valentino Garavani nel 1957.

Filippo Cavalli è già operativo da qualche settimana, con base a Milano, ma pronto a salire su un aereo tutte le volte che sarà necessario: «Il mio ruolo è la gestione e controllo del marchio Red in tutto il mondo: sarò quindi spesso e volentieri all’estero». Un’abitudine per lui e per il mestiere che ha imparato a fare, bene, fin da ragazzo con una carriera sempre in ascesa e con un percorso in cui la volontà e l’intraprendenza hanno giocato a suo favore.

Nel suo curriculum, durante il percorso di laurea in Economia e Commercio in Bocconi, tre mesi alle Nazioni Unite con l’ex ministro Giulio Terzi, oltre a esperienze nel marketing in Nestlé. Nel mondo della moda ci approda quasi per caso con Miro Radici: «Per questa realtà bergamasca ho lavorato nel 2000 in Germania, alla Miro Radici Ag, con un ruolo commerciale». Poi nel 2001 la collaborazione con Nicola Radici e l’avvio di RJ Outlet.

Nel 2005 l’idea: «Leggo un’intervista su Milano Finanza a Silvio Tarchini, fondatore di Fox Town, dove racconta del suo progetto di portare la filosofia dell’outlet in Cina. Gli scrivo così una lettera, a mano, proponendomi per l’Oriente».

Tre giorni dopo l’incontro tra i due, la settimana successiva il giovane bergamasco è a Shanghai. «Un lavoro di grande fatica ma un’esperienza irripetibile, in una Cina che da allora è cambiata e di parecchio», spiega Cavalli che in quegli anni viveva a Lugano: è qui che conosce Francesca, anche lei bergamasca e sua futura moglie, ed è qui che nascono le loro due bambine.

Ed è qui che riceve una chiamata che segna un altro passaggio professionale importante: «Mi contatta McArthurGlen, leader nel comparto outlet, azienda inglese proprietaria tra gli altri delle realtà di Serravalle, Castel Romano e Barberino del Mugello».

Cavalli cambia quindi realtà e si occupa dello sviluppo commerciale dell’azienda in tutta Europa, fino al 2007 quando entra in Zegna: «Prima con un ruolo di supervisione sui punti vendita del brand, e poi dal 2010 come direttore delle licenze e partnership del gruppo». Ossia di tutti i prodotti e progetti recanti il marchio Zegna non sviluppati internamente dalla maison: dai profumi agli occhiali, dai gemelli alle penne, dai cellulari all’abbigliamento intimo, dagli orologi agli oggetti di design, fino alla collaborazione d’eccellenza con Maserati per una serie di progetti tra i quali anche una automobile presentata proprio lo scorso settembre al Salone di Francoforte.

Ora la nuova avventura con Valentino, facendo leva «sull’eccellenza del made in Italy e sulla sua forza aspirazionale». E su una passione per la moda che ha sempre contraddistinto il suo lavoro: «La moda fa sognare: alla base l’estro e l’artigianalità, con il potere evocativo che contraddistingue questo brand e la sua passione per il bello, il raffinato, il sofisticato». Nessun rimpianto per New York? «Viaggerò talmente tanto che non mancherà occasione per tornare negli Stati Uniti anche fin troppo spesso – sorride -. Anzi, mi fa piacere poter restare con la mia famiglia a Bergamo: qui sono nato e qui voglio far crescere le mie figlie, in via Pignolo proprio dove abitava mio nonno». E aggiunge: «Come nella moda, anche nella vita le tradizioni e la storia sono il valore aggiunto e la base delle conoscenze».

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