Uno skate elettrico? È made in Bergamo
Fioccano le richieste, ecco cos’è - video

Continuano a fioccare le richieste per lo skateboard elettrico bergamasco che è anche stato tra le più ammirate start-up alla recente Mobility Conference di Milano.

La mini-realtà familiare con sede a Bergamo, ideata da padre e figlio, Giuseppe e Lorenzo Cella,stanno producendo i «pezzi» a pieno ritmo per poi consegnarli in estate.

Tutto era nato dall’esigenza di Lorenzo che, dovendo recarsi ogni giorno al Politecnico di Milano, sentiva la necessità di un mezzo di trasporto agile e funzionale, da poter portare anche sui mezzi pubblici. Così ha ideato «Bolt Motion», skateboard elettrico leggero e di dimensioni ridotte, che il nostro giornale aveva presentato in anteprima un anno fa. Lungo 60 cm, alto 12 e largo 25, pesa 4 kg rispetto agli 8 degli altri skate elettrici. Ha un’autonomia di 12 chilometri, si ricarica in un’ora e mezza e può superare i 20 km orari. Il mezzo viene controllato tramite un piccolo joystick che si tiene in mano e lo skate è dotato di una frenata rigenerativa che ricarica la batteria interna.

Finora, sottolinea Lorenzo Cella, «sono stati venduti 220 pezzi da aprile a ottobre 2015 e ora ne stiamo producendo molti altri perché gli ordini continuano a fioccare: pensiamo di consegnarli in estate». Il prezzo è di «circa 800 euro». Secondo Lorenzo il punto forte del suo skateboard «è la sua manegevolezza e la possibilità di portarlo su altri mezzi di trasporto, in ufficio o in classe». Infatti «non ci sono altri mezzi trasporto così portatili, visto che anche le biciclette pieghevoli sono comunque ingombranti». Finora gli ordini sono arrivati «soprattutto dall’estero, in particolare Stati Uniti, Europa, Asia e Australia, ma anche dall’Italia».

Adesso padre e figlio vogliono ingrandirsi per iniziare una produzione a livello industriale e sono alla ricerca di un investitore. Non ci interessa il discorso dell’incubatore – spiega Lorenzo – noi abbiamo bisogno di produrre Bolt e spedirli in tutto il mondo». Dunque l’obiettivo è quello di «trovare uno spazio in Cina perché la maggior parte dei componenti vengono da lì». A breve «andremo a vedere degli spazi a Shenzhen o in zona Shanghai per insediare una vera e propria fabbrica», ma prima «dobbiamo trovare un investitore».

In occasione della Mobility Conference Bolt Motion la start up bergamasca non si è classificata tra le 4 vincitrici, ma è stata nominata tra le 16 più interessanti tra le 110 in gara. Comunque ha avuto l’occasione non solo di incontrare altre imprese e fare business ma anche di esporre il progetto d’avanguardia in uno spazio espositivo dedicato. «Abbiamo ricevuto molti complimenti e si è creato molto interesse attorno all’idea, ma finora non sono arrivate offerte concrete. Speriamo, in ogni caso, che ci sia qualche investitore che voglia finanziare il progetto», ha concluso Cella.

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