Tute blu, meno licenziamenti in estate
Anche a Bergamo. Ma la ripresa non c’è

Tute blu, 787 licenziamenti nel periodo estivo. Sono oltre 4000 dall’inizio dell’anno. Mirco Rota (Fiom): «Il trend non inganni, la ripresa non si vede».

Sono 786 i metalmeccanici messi in mobilità nel periodo luglio-settembre 2015 in tutte le province della Lombardia. Nello stesso periodo del 2014 a perdere il lavoro furono 1.229 tute blu. Dall’inizio dell’anno il numero dei licenziamenti in regione sale a 4.130, contro i 5.693 del 2014. I dati, com’è noto riguardano la grande e media impresa.

Passando all’analisi dei singoli territori, si nota un calo generalizzato, con significative eccezioni, in cui i licenziamenti fanno registrare il segno più. A Bergamo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente la quota si attesta sui 173 esuberi (nel 2014 furono 247), anche a Brescia il dato si è dimezzato (84 contro 174).

Decisa diminuzione a Como (24, 139 nel 2015) e Monza Brianza (89, contro 237). Calo anche a Cremona (2, a fronte dei 49 dell’anno passato) e Lodi (2, 19 nello stesso lasso di tempo del 2015). Lieve flessione a Milano (198, erano 209), Mantova (29 vs 40) e Pavia (6 in raffronto ai 16 del 2014). Esuberi in aumento a Sondrio (33), Varese (71) e Lecco (75), a conferma del fatto che il fenomeno segue tendenze a macchia di leopardo.

«Ancora una volta si va verso una fine di anno caratterizzata da licenziamenti e cassaintegrazione. Se è vero che c’è una diminuzione, osserva Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia, vale lo stesso discorso fatto spesso per la cassa integrazione, ovvero che dietro questo trend non c’è ombra di ripresa, come testimoniano le cifre sull’occupazione».

«Questo dato non deve ingannare, in quanto continua il dramma occupazionale di tante famiglie. Ogni posto di lavoro perso in questa fase non si recupera più. Il dato sui licenziamenti va visto pertanto in un’ottica più complessiva e sconta i picchi delle annualità precedenti, in cui gli esuberi erano ancora molto considerevoli e quindi la base produttiva risulta, già di per sé impoverita, notevolmente ridimensionata», continua Rota.

«In questo contesto, i recenti provvedimenti del Governo riguardanti gli ammortizzatori sociali mettono ancora più in difficoltà i lavoratori coinvolti dalla crisi, in modo particolare viene pesantemente ridimensionato il contratto di solidarietà e si riduce considerevolmente l’uso dell’ammortizzatore sociale della cassa integrazione. L’annunciata estensione delle tutele da parte del Governo, di fatto non è altro che un peggioramento degli strumenti di gestione di tutte le crisi», afferma il segretario delle tute blu.

«Noi come Fiom continueremo a condurre le nostre mobilitazioni, in primo luogo in favore del reddito di cittadinanza, che non è assistenzialismo, ma uno strumento utile per contrastare la disoccupazione e le nuove povertà», conclude il segretario dei metalmeccanici lombardi.

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