Economia / Bergamo Città
Sabato 30 Maggio 2015
Stop recessione e deflazione
L’Italia torna a crescere
L’Italia si chiama fuori da recessione e deflazione. A mettere la parola fine davanti alle due «piaghe» dell’economia è l’Istat, che non solo registra un Prodotto interno lordo in crescita nel primo trimestre ma vede in positivo anche il secondo.
«Non siamo più il malato d’Europa» dice il premier Matteo Renzi. Anzi, rilancia, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, siamo diventati «un buon esempio da seguire». Rimane invece aperta la questione lavoro, per l’Istituto di statistica infatti l’occupazione ancora «non ha mostrato chiari segnali di inversione di tendenza». Di certo sul fronte lavoro il Governo punterà ancora sulla detassazione, che Padoan dà per confermata anche nella «prossima legge di Stabilità».
La raffica di dati e stime dell’Istat è stata quindi caratterizzata dal segno più: dal Pil di gennaio-marzo, certificato a +0,3%, l’aumento più significativo da quattro anni, alla proiezione di quel che sarà tra aprile e giugno (+0,2%). Due rialzi consecutivi che decreterebbero la fine della fase recessiva anche in termini tecnici. Per ora però sul secondo trimestre ci sono solo anticipazioni, aprile avrebbe fatto segnare «un balzo in avanti» ma occorre vedere con che ritmo la spinta proseguirà. Il contributo più importante è atteso dall’export che invece non è stato d’aiuto nel primo trimestre. Hanno tradito le aspettative pure i consumi, con la spesa delle famiglie arretrata, seppure di poco, dopo sei rialzi consecutivi.
A fare da traino all’economia come non accadeva da anni sono stati invece gli investimenti (grazie al boom registrato per i mezzi di trasporto). Guardando ai macro settori, sempre nel primo trimestre molto bene è andata l’agricoltura che ha recuperato le perdite accusate nei mesi precedenti. Un effetto rimbalzo si è verificato anche sul fronte scorte (a conclusione del 2014 i magazzini si erano svuotati). Ecco che alla fine l’Istat ha anche alzato le stime sul Pil tendenziale (da zero a +0,1%).
Dietro l’uscita dal tunnel della deflazione, era da inizio anno che i prezzi non facevano altro che scendere, c’è invece lo zampino dell’energia: a maggio il ridimensionamento dello sconto carburanti risolleva l’indice generale, che si riporta così ai livelli di sei mesi prima (+0,2% e +0,8% per il carrello della spesa). «Se ce la mettiamo tutta possiamo tornare a guidare l’economia del vecchio continente», afferma Renzi commentando dati «finalmente positivi». Ora per il premier «questa ripartenza va incoraggiata, accompagnata, sostenuta». Dello stesso parere è Padoan che spiega come a cambiare non siano solo i numeri ma anche i giudizi: «L’Italia viene citata come Paese dove le riforme si cominciano a fare, a differenza di prima - sottolinea dal G7 di Dresda - è additata come buon esempio da seguire».
Insomma per il ministro dell’Economia «siamo in una fase molto avanzata di convalescenza» e tra le «medicine» che avrebbero funzionato, tanto da essere «un esempio ripreso da altri», c’è anche «il legame tra Jobs act e politiche di detassazione del lavoro introdotte con la legge di Stabilità 2015 e che il Governo - garantisce - confermerà nella prossima legge di Stabilità». Un invito a non fermarsi giunge anche dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, secondo cui in Italia «ci sono state tante riforme dal 2011», ma bisogna andare avanti con azioni «più ampie che cambiano la struttura dell’economia».
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