«Ci stiamo impegnando per mettere sempre più alla portata di tutti i consumatori bergamaschi una vasta gamma di prodotti, cento per cento locali e italiani, senza trucchi o inganni, firmati dagli agricoltori». Così il presidente della Coldiretti provinciale, Giancarlo Colombi, spiega il lavoro che sta portando avanti con la sua squadra per creare una rete commerciale che dia la possibilità ai cittadini di trovare alimenti di qualità, legati al territorio e a prezzi equi.
Il progetto fa parte di un disegno più ampio che coinvolge tutto il territorio nazionale e che è stato presentato ufficialmente dalla Coldiretti il 30 aprile scorso in una convention che si è tenuta a Roma alla presenza delle più alte cariche istituzionali e di oltre 15.000 imprenditori agricoli, di cui 500 provenienti da Bergamo.
Il “piano spesa sicura” della Coldiretti va incontro alle esigenze dei cittadini di non essere più vittime degli inganni del finto Made in Italy che riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche quattro cartoni di latte a lunga conservazione su cinque che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta è ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle non a denominazione di origine che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere.
«Abbiamo ottime potenzialità per realizzare il nostro obiettivo – afferma Colombi –: possiamo infatti già da ora contare su 4 mercati fissi di campagna amica, circa 25 mercati occasionali ogni anno, 80 aziende agrituristiche, 450 aziende che effettuano la vendita diretta, 31 distributori di latte self service, il consorzio [email protected], la struttura del Consorzio Agrario e 9 cooperative che già hanno aderito a Coopcoldiretti. Si tratta di una base solida, ma le nostre porte sono comunque aperte a tutti quei soggetti, anche della ristorazione e della distribuzione, che condividono le nostre idee e intendono partecipare».
L’impegno assunto dalla Coldiretti punta non solo a combattere le inefficienze e le speculazioni che costano ai cittadini in termini di aumento dei prezzi per i prodotti alimentari ma anche a moltiplicare le opportunità di fare acquisti a “chilometri zero”, con prodotti che non devono percorrere lunghe distanze con mezzi inquinanti e contenere l’impatto ambientale grazie alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, tenuto conto che secondo un recente studio il cibo percorre 1.900 chilometri prima di giungere sulle tavole.
«Con il nostro progetto - sostiene Colombi – ci proponiamo di rafforzare il sistema agricolo provinciale e di far aumentare quei 17 centesimi che oggi vanno agli imprenditori agricoli su un euro di spesa, senza gravare sulle tasche del consumatore».
Secondo un’analisi della Coldiretti, se in media i prodotti alimentari rincarano del 488 per cento dall’azienda agricola alla tavola, i prezzi del latte fresco aumentano del 297 per cento, quelli delle carote del 421 per cento, quelli della pasta del 733 per cento e della braciola del 2145 per cento.
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