Economia / Bergamo Città
Giovedì 14 Novembre 2013
Spegiorin, la sarta di Valentino
veste i passeggini Foppapedretti
È arrivata da Inglesina lo scorso gennaio e si è stabilita negli uffici di Grumello. Vicentina doc, con un passato nella moda roboante ultrachic di Costume National e Valentino, Paola Spegiorin è approdata al mondo del bambino bergamasco, neostilista per la Foppapedretti.
É arrivata da Inglesina lo scorso gennaio e si è stabilita negli uffici di Grumello con tutti i suoi ritagli di stoffe e i suoi bozzetti colorati. Vicentina doc, con un passato nella moda roboante ultrachic di Costume National e Valentino, Paola Spegiorin è approdata al mondo del bambino bergamasco, neostilista per la Foppapedretti. «L’arrivo in una nuova realtà professionale è sempre un momento adrenalinico – commenta -. Il mio obiettivo in azienda del resto è di carattere imprenditoriale, non solo stilistico: il successo di prodotto, di mercato e di soddisfazione del cliente. Per fare questo, in un lavoro così legato all’infanzia, è necessario immedesimarsi nell’evento di un bambino che nasce. Da questa filosofia, si lavora sulla tecnologia, che è un mix di novità che si deve fondere con l’utilità e la necessità di proteggere un bambino soddisfacendo anche il piacere di una mamma».
Paola Spegiorin è molto sicura di sé, parla con entusiasmo, ma misura le parole, che sceglie con attenzione, precisione: «Sono una donna precisa, è vero, in tutto quello che faccio. Valentino diceva che i miei orli erano i migliori – sorride -: ha sempre apprezzato il mio modo di controllare i dettagli, verificare i millimetri. Del resto la sua è stata una scuola di vita: mi ha lasciato il profumo dell’eleganza, l’aroma della classe, del bello, dei colori e delle cose fatte con amore. É lui che mi ha inculcato il desiderio di puntare sempre alla perfezione in quello che si fa, pur sapendo che chi crea ha come riferimento la strada e tutto ciò che lo circonda».
La quotidianità: «È così che sono arrivata al settore puericultura, mi sono specializzata in un mondo di nicchia che ha ancora enormi potenzialità, soddisfazioni per chi sa leggere il gusto nella praticità. Dopo sei anni in Inglesina, dove ero alla direzione dell’ufficio stile, eccomi a Bergamo, in una realtà dal taglio familiare ma dagli obiettivi imprenditoriali. Giusto così: in Inglesina, nei miei anni, il loro fatturato si è raddoppiato». Ora anche il mercato dell’infanzia risente della recessione: «La crisi la si sconfigge con l’unione dei cervelli, lavorando in team con una grande professionalità, con immensa passione. Ma soprattutto non facendo mai mancare indispensabili ingredienti quali la ricerca, la creatività e l’italianità».
In un territorio, quello bergamasco, dove sono numerose le aziende del settore: «Il vostro è da sempre un mondo ricco d’imprese, fatte da persone che hanno avuto “come faro e stella cometa» la famiglia, il lavoro, la casa, il sacrificio ed il continuo miglioramento del proprio benessere e della società. La ricchezza delle aziende equivale alla ricchezza delle persone intesa soprattutto come valori umani, sviluppo di attività e di ricerca”. Un tema molto importante per la stilista: «La ricerca crea novità e porta idee ed intuizioni. É il valore aggiunto in un momento critico – commenta -. Oltre a ciò, lavorare nel settore dell’infanzia significa lavorare sui valori della famiglia: anche se stiamo vivendo in una società duramente colpita dalla crisi, il bambino è ancora il primo ad essere al centro dell’attenzione sia dei genitori che dei nonni. Proprio per questo, chi crea, deve avere ben chiari questi concetti: sicurezza, qualità, benessere, funzionalità, praticità, ma anche gusto, colore, gioia di vivere, moda, servizio». In una parola sola? «Benessere – continua Paola Spegiorin -. Non c’è qualcosa che deve venire prima: se non c’è il mix di tutto questo, allora è giusto che il prodotto non abbia successo».
E lei, con questa sensazione di benessere, ci veste i suoi passeggini, proprio in questi giorni nei negozi: «Serve giocare con le forme, tessuti dall’effetto leggero grazie all’uso di tele con micro armature. I materiali sono d’ispirazione tecnica e i toni sono stati combinati donando un risultato a contrasto». Una collezione che la stilista definisce sartoriale: «Ho puntato ai dettagli, quello per esempio delle fettucce applicate sui tessuti o ai decori. Dai tradizionali beige, rosso e blu, si passa al ghiaccio, al verde e viola. Anche perché Valentino, in quei tre anni a Roma, dove Paola Spegiorin dirigeva l’ufficio stile della linea “Oliver” le ha insegnato una cosa molto semplice: «Passare da un perfetto giromanica a una scocca non fa differenza: in entrambi i casi l’abito deve calzare a pennello, con l’abilità di “sdifettare” ogni pezzo su cui si lavora». Sdifettare, dice proprio così: «Gergo moda – spiega -, e significa togliere i difetti. Valentino lo diceva sempre: “Con quel giromanica la signora chic deve poter star comoda mentre viaggia attaccata al corrimano del tram”». E Valentino le è rimasto nel cuore: «Mi propose di seguire la sua linea accessori, ma la vita mi fece fare scelte diverse, come quando rinuncia a dirigere la linea sport wear di Tod’s». Ma Valentino resta il «signor Valentino», come lo chiama lei: «Anni fa un incontro causale in via Condotti, a Roma – ricorda -: Bloccò il suo autista e scese dall’auto per salutarmi. E ancora una volta si ricordò dei miei orli perfetti al millimetro».
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