Economia / Bergamo Città
Lunedì 21 Aprile 2014
Sos Titicaca, da Bergamo in Perù
Salvare il lago patrimonio Unesco
È di Ecogeo il primo progetto di disinquinamento della sponda peruviana del Lago Titicaca, patrimonio Unesco, il più grande del Sudamerica. La società bergamasca fondata dal geologo Diego Marsetti, da un decennio sul mercato internazionale, è sbarcata in Perù solo un anno fa.
È di Ecogeo il primo progetto di disinquinamento della sponda peruviana del Lago Titicaca, patrimonio Unesco, il più grande del Sudamerica. La società bergamasca fondata dal geologo Diego Marsetti, da un decennio sul mercato internazionale, è sbarcata in Perù solo un anno fa, quando una nuova legge per la tutela ambientale ha spinto aziende e enti pubblici a rivedere le loro politiche.
«Nel marzo 2013 - racconta Marsetti nel suo quartier generale di via Fratelli Calvi, in città - sono stato invitato a partecipare a un convegno sulle tecnologie ambientali a Lima e quanto ho presentato ha interessato, visto che a settembre l’Ana, l’azienda nazionale per le acque, mi ha chiamato al “Perumin”, incontro nazionale riservato ai tecnici del settore». Il Peru è un Paese in fase di sviluppo. È il primo produttore mondiale di rame, ha miniere d’ oro, argento e platino. La crescita edilizia e le migrazioni interne hanno creato un inquinamento pesantissimo: Lima, per esempio, ha 15 milioni di abitanti e convoglia tutto l’inquinamento antropico e industriale nel Rio Rimac. Ora il governo si sta muovendo per cambiare la situazione, ma le tecnologie a disposizione sono arretrate.
L’avventura di Ecogeo al Titicaca è partita grazie al governatore della città turistica di Puno, in riva al lago, che ha chiesto la revisione del piano già predisposto dal comune per il disinquinamento della baia. «Abbiamo presentato un progetto di fattibilità - racconta Marsetti - in collaborazione con partner già presenti nel continente americano, che rispetta il lavoro peruviano ma modifica le tecnologie, sostituendo le vecchie vasche con il sistema Mbr, molto meno invasivo per l’ambiente». Si tratta di una tecnologia giapponese sviluppata da ingegneri italiani: l’acqua inquinata viene spinta contro speciali membrane biologiche microporose che filtrano tutte le impurità e restituiscono acqua pulita.
«La riva del lago- osserva il geologo - è ormai una palude. Poiché l’inquinamento si sposta gradatamente verso il centro del lago, il processo di eutrofizzazione deve essere bloccato a riva». Ecogeo ha pronti due progetti, il primo, 40 milioni di euro, riguarda la depurazione dell’area di Puno, dove le fogne di una città di 300.0000 abitanti scaricano in una laguna ormai collassata che disperde i fanghi nel lago. Allo studio c’è anche un secondo intervento più ampio, che interviene su un maggior tratto di costa e punta alla riqualificazione anche turistica della zona per un investimento di 300 milioni di euro. Quello di Puno è il primo intervento sul lago Titicaca. Il progetto integrato è stato depositato e Ecogeo ha costituito la società peruviana necessaria per partecipare alla gara d’appalto internazionale che si svolge con il controllo Unesco.
Le probabilità giocano a favore di Ecogeo: «Speriamo di vincere l’appalto - confessa Marsetti - dato che abbiamo tutti i requisiti e il nostro progetto abbassa i costi di realizzazionee di gestione». I filtri sono infatti montati a pacchetto su telai di acciaio inox. L’acqua inquinata viene spinta da turbine ad aria contro i micropori che fungono da setacci biologici. Non c’è bisogno di grandi vasche perchè la produzione di fanghi secondari è inferiore del 40% rispetto agli impianti tradizionali. I filtri durano 30-40 anni e la sostituzione dei pannelli danneggiati è semplice.
Altre aziende bergamasche, soprattutto costruttrici, saranno coinvolte nella realizzazione del progetto: «Maestranze nostre e manodopera locale».
Ma il lago Titicaca è solo uno dei progetti peruviani di Ecogeo: «Stiamo lavorando a un impianto di recupero dei rifiuti e termovalorizzazione a Cuzco -racconta Marsetti - e siamo stati contattati dalla catena alberghiera Orient Express che ha strutture nelle principali località turistiche, Machu Picchu compreso. Poi c’ è il Rio Rimac da disinquinare: dobbiamo prima censire le industrie che scaricano a fiume e controllare la rete urbana. Lavorare con le autorità peruviane è stata una piacevole sorpresa - conclude il geologo - i tempi delle decisioni sono rapidi. Un altro mondo davvero».
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