Le ultime quotazioni di suini sono diminuite del 13-14% rispetto allo scorso anno. A segnalare la situazione è Confagricoltura che in una nota sottolinea come resti «ancora da scontare il caro cereali che per gli allevatori significa un incremento, ulteriore, dei costi mangimistici. Senza trascurare l’impatto sui bilanci aziendali del carico burocratico e gestionale, nonché dei vincoli imposti dalle normative ambientali e sanitarie». Secondo l’organizzazione agricola, quindi, l’andamento di mercato minaccia di trasformarsi nell’ultimo colpo ad un comparto già in una situazione delicata.
Ad agosto scorso, lo ricordiamo, sull’onda lunga del rincaro dei cereali, e di conseguenza sui mangimi, gli allevatori avevano avanzato richiesta di stato di crisi. E tra i protagonisti di quell’allarme in prima fila c’erano anche i produttori bergamaschi. D’altra parte, la Lombardia rappresenta la regione protagonista in questo settore visto come alla fine dello scorso anno, il patrimonio suinicolo lombardo contava di oltre 4,70 milioni di capi sui 9,28 milioni di capi allevati in tutta Italia: oltre 344 mila (quinta provincia lombarda alle spalle di Mantova, Brescia, Cremona e Lodi) i capi allevati in Bergamasca.
Confagri chiede quindi una «migliore programmazione delle produzioni, specie di quelle destinate ai prodotti di qualità, e una maggiore aggregazione dell’offerta».
(18/10/2007)
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