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Economia / Hinterland
Martedì 10 Marzo 2015
Sciopero Tenaris, adesione al 100%
I lavoratori: adesso si torni al tavolo
Contro la decisione dell’azienda di licenziare 400 lavoratori (sui 1.800 in organico) annunciata il 25 febbraio scorso, alla Tenaris di Dalmine e di Sabbio lo sciopero proclamato per il 10 marzo ha ottenuto il 100% dell’adesione. Lo comunicano i sindacati.
Il dato riguarda i primi due turni e i lavoratori a giornata, naturalmente con l’eccezione dei dipendenti cosiddetti «comandati», impegnati nella salvaguardia dei macchinari. Impianti fermi, uffici senza impiegati, dalle 5 del mattino mattina con un presidio fino a mezzanotte. «Tutti i lavoratori Tenaris hanno capito e condiviso le ragioni dello sciopero – ha commentato Eugenio Borella, segretario generale provinciale della Fiom-Cgil – da parte nostra ci auguriamo che ora possa partire una trattativa su tutte le questioni aperte, a partire dalla conferma degli apprendisti (che sono circa 120) ma anche, nel caso perduri la situazione di difficoltà produttiva, rispetto all’ipotesi del ricorso al contratto di solidarietà».
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Alle 12 hanno portato la propria solidarietà ai lavoratori in sciopero, anche i segretari generali bergamaschi di Cisl, Ferdinando Piccinini, e Cgil, Luigi Bresciani: «La tenuta occupazionale nello stabilimento della Tenaris di Dalmine è di importanza vitale per il territorio – ha detto Bresciani–. Dopo anni di ridimensionamento occorre, anche attraverso un nuovo piano industriale, rilanciare il futuro produttivo del sito incrementando e non diminuendo l’occupazione. Ai lavoratori della Dalmine, alle Rsu va tutto l’appoggio e la solidarietà mia personale e della Cgil di Bergamo».
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In queste ore è arrivata anche la nota di solidarietà da parte del Comitato Sindacale Mondiale dei lavoratori di Tenaris e della rete sindacale globale di Tenaris e Ternium (Gruppo Techint). Si esprime «vicinanza e solidarietà con i dipendenti di Dalmine in lotta, per l’ennesima volta, a difesa dell’occupazione e del futuro industriale del sito bergamasco. I 406 esuberi dichiarati per il solo stabilimento storico di Dalmine, rappresentano un costo sociale insopportabile per i lavoratori coinvolti, le loro famiglie e la comunità locale dalminese. Inoltre, sono una minaccia per gli altri siti produttivi italiani del Gruppo: Costa Volpino, Arcore (Monza e Brianza) e Piombino (Livorno). La fase congiunturale legata al calo del prezzo del petrolio e alla relativa domanda dell’industria petrolifera non giustifica una riduzione della capacità produttiva del Gruppo Tenaris in Italia e nel resto del mondo. Rinunciare ad investire nei giovani e nel ricambio generazionale, sospendere gli investimenti nell’innovazione e diversificazione produttiva (esattamente il contrario di quanto previsto in accordi recenti con i rappresentanti sindacali di Dalmine) rischia di avviare una fase di declino pericolosa».
«Per questo – prosegue il Comitato – facciamo nostro lo slogan scelto per lo sciopero di oggi che sta bloccando la fabbrica per 24 ore: “Spegniamo un giorno la Dalmine, per non spegnerla per sempre”. Per questo ci uniamo alla vostra lotta unitaria, sotto le bandiere della Fim-Cisl, della Fiom-Cgil e della Uilm-Uil, affinché la direzione aziendale della Tenaris inverta la rotta e sia coerente con quanto dichiarato anche di recente dai suoi vertici. Chiediamo che gli esuberi siano ritirati! Chiediamo che, attraverso il dialogo con i sindacati e il coinvolgimento dei lavoratori, si ricerchino le soluzioni ai problemi per uscire da questa situazione di difficoltà, guardando al futuro».
«Lo sciopero è riuscito: ha aderito il 100% dei lavoratori – annuncia Emanuele Fantini – questa è la risposta ai 406 esuberi dichiarati dall’azienda: noi rispondiamo con questa modalità, confidando di non doverla inasprire. Ci auguriamo di essere ricontattati rapidamente al tavolo delle trattative, per poter discutere di ammortizzatori, per vedere ritirare gli esuberi e per dare una prospettiva agli apprendisti, sia per il futuro loro, che di quello dell’azienda». «Gli animi dei lavoratori di Dalmine, di tutti i lavoratori, sono particolarmente accesi – nota Fantini –, segno tangibile di una grande preoccupazione e attenzione agli sviluppi che la vicenda potrà avere».
«Questa crisi, se si può dire, di buono ha portato nuova attenzione nei confronti del sindacato – sottolinea Mario Oberti, della Rsu di fabbrica: la gente ricomincia a seguirci. L’adesione dei lavoratori allo sciopero è stata ottima, anche perché il futuro non è roseo né per gli operai, né per gli impiegati. Così, abbiamo visto che tanti iniziano a capire che bisogna “marciare” compatti».
Allo sciopero hanno partecipato anche le delegazioni degli altri stabilimenti italiani del gruppo (Costa Volpino, Arcore, Piombino), segno di una certa preoccupazione nei lavoratori. «Dalmine è il fiore all’occhiello del gruppo, pertanto ci aspettiamo che da qui si disegnino anche le prospettive del futuro di un’azienda importante», ha concluso Fantini. Nel sito di Costa Volpino, è stato effettuato lo sciopero nelle ultime due ore di ogni turno.
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