Rinnovato il contratto dei metalmeccanici
I sindacati: «Accordo storico»

Quattro intense giornate di trattativa no stop e, alla fine, la firma: è stato siglato il rinnovo del Contratto nazionale dei metalmeccanici, che sarà in vigore dal gennaio 2021 al giugno 2024.

Nell’intesa sono previsti 112 euro di aumento sui minimi al quinto livello, 100 al terzo. A questi si aggiungono i 12 euro sull’indice Ipca (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione) sui minimi da giugno 2020 per effetto dell’ultrattività dovuta alla struttura del Contratto precedente. Vengono, poi, confermati i 200 euro all’anno di “flexible benefit”.

«Dopo oltre un anno di difficile trattativa, resa ancor più complicata dalla pandemia in corso, siamo giunti a un accordo molto soddisfacente che offre riposte salariali importanti sui minimi contrattuali, aumenti certi e con incidenza su tutti gli istituti, novità significative rispetto al meccanismo sperimentale dell’accordo del 2016: si tratta di circa il doppio dell’indice di inflazione Ipca» ha commentato poco fa Andrea Agazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Bergamo, parte della delegazione trattante nazionale.

«Gli aumenti saranno erogati in quattro tranche (da 25, 25, 27 e 35 euro) nel mese di giugno di ogni anno di vigenza. Viene anche prevista una importante riforma dell’inquadramento con l’eliminazione del primo livello. È compreso anche il rafforzamento di tutta la prima parte del Contratto, quella relativa a relazioni industriali, diritti di informazione, confronto e partecipazione, come anche della formazione e in particolare del diritto soggettivo. Segnaliamo inoltre l’introduzione della clausola sociale sugli appalti pubblici, ma anche novità molto significative sulla lotta alla violenza di genere e contenuti relativi allo smart working».

«Sarà un ottimo contratto, che porterà, con la sua valenza innovativa e per certi versi rivoluzionaria, un positivo impatto sulla rete metalmeccanica bergamasca, nelle sue 1800 aziende, per i suoi 56mila lavoratori. Un risultato che dà stabilità e elementi di certezza al settore in un contesto di pandemia con un settore che presenta molte difficoltà; un grande risultato sindacale e un atto di forte maturità e responsabilità di Federmeccanica».

Così Luca Nieri, segretario generale di FIim Cisl Bergamo, celebra la firma del contratto nazionale dell’industria metalmeccanica, avvenuto a 13 mesi dalla scadenza, dopo 450 giorni di trattativa e a 48 anni dall’ultima riforma sull’inquadramento professionale.

Il confronto con Federmeccanica sui contenuti ha prodotto importanti risultati sulla parte normativa, permettendo di raggiungere risposte alle rivendicazioni della piattaforma unitaria, sul tema delle relazioni sindacali e della partecipazione, su salute e sicurezza, sulla formazione e sul contrasto alla violenza contro le donne, sul lavoro agile e sul diritto alla disconnessione, sull’inquadramento, sul mercato del lavoro.

«È un contratto storico, in cui l’asse portante è strutturato sulla professionalità come elemento strategico e di prospettiva del settore. Da un punto di vista normativo si costruisce un nuovo sistema di misurazione della professionalità, che tiene conto dei cambiamenti del settore, delle modalità e dell’evoluzione organizzativa e tecnologica delle aziende. E soprattutto è strategico, perché c’è condivisione tra sindacato e imprese sull’importanza della professionalità come principio cardine per la competitività. Una riforma che va a braccetto con quanto inserito nel precedente rinnovo sul diritto soggettivo alla formazione: così sempre di più si pone al centro la persona come vera risorsa aziendale».

Su questo ruota la “ratio” del contratto, secondo il sindacalista orobico: «Perché crea la possibilità di far crescere e aggiornare con un sistema che misura e remunera nella maniera corretta, soprattutto perché attraverso formazione e professionalità mettiamo al centro le competenze del lavoratore».

Si sostituisce, così, un sistema di inquadramento arcaico, che lasciava spazio a “misurazioni” e erogazioni unilaterali da parte dell’impresa, in forma spesso discutibile. Da oggi, il sistema diventa attuale e condiviso.

«Da un punto di vista economico, è importante essere riusciti a ottenere elementi che superano il puro adeguamento dell’Ipca. Gli aumenti attenuti in questa vigenza contrattuale, tengono conto anche di strumenti di valorizzazione dell’apporto professionale dei lavoratori, consentendoci di superare l’inflazione e rendere gli aumenti “più pesanti” nelle buste paga . Abbiamo colto degli spazi salariali importanti, soprattutto se contestualizzati: un riconoscimento mai verificatasi negli anni passati».

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