Riapertura all’insegna dell’incertezza

Nel settore metalmeccanico raddoppiate rispetto al 2004 le aziende coinvolte nei processi di crisi I timori di Fim, Fiom e Uilm. «Nella nostra provincia la situazione rischia di diventare drammatica»

Per avere un quadro completo della situazione bisognerà attendere ancora una decina di giorni, quando tutte le attività industriali avranno ripreso a pieno ritmo. Ma le preoccupazioni non mancano fra i sindacati: i settori trainanti della nostra provincia - il meccanico, il tessile, il chimico - continuano a soffrire la concorrenza dei Paesi a basso costo di lavoro.

«Nel settore metalmeccanico - dice Ferdinando Uliano, segretario provinciale della Fim-Cisl - il numero di aziende metalmeccaniche bergamasche coinvolte nei processi di crisi sono raddoppiate rispetto alle 24 denunciate nell’ultimo semestre del 2004. Abbiamo riscontrato un più ampio ricorso a processi di riorganizzazione con perdite secche sul numero complessivo degli occupati».

Ma a preoccupare la Fim-Cisl sono le prospettive: «I timori - prosegue Uliano - riguardano i processi di competizione globale che, dopo il tessile, rischiano di colpire le aziende metalmeccaniche più esposte, con prodotti tecnologicamente più poveri. La situazione potrebbe assumere toni ben più drammatici degli attuali».

Non manca, nell’analisi della Fim, una critica agli imprenditori: «Devono smettere di preoccuparsi eccessivamente del costo del lavoro, cercando di dirottare le proprie risorse verso la ricerca e l’innovazione tecnologica. E anche le istituzioni devono creare i presupposti per sostenere le imprese "virtuose"».

Di positivo, per la Fim, c’è che nei prossimi giorni si apriranno le trattative per gli integrativi aziendali, dalla Brembo alla Smi, dalla Dalmine-Tenaris all’Exide.

Le situazioni più preoccupanti riguardano invece la Candy Donora e la Fbm Hudson di Terno d’Isola.

Fra le situazioni critiche citate dalla Fim-Cisl, la Tognoli Lorenzo di Romano di Lombardia (61 dipendenti, con 20 posti a rischio), la Gildemeister (380 dipendenti, possibile nuovo ricorso alla Cassa ordinaria), la Luxit (102 dipendenti, si teme una ulteriore richiesta di riduzione del personale), la Premocs (40 dipendenti, si prospetta una richiesta di Cassa ordinaria).

(27/08/2005)

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