Riacquista l’azienda e riparte
Cimprogetti si espande in Oriente

«Il rilancio Cimprogetti è una realtà», dice Pier Luigi Rizzi, fondatore nel 1967 dell’azienda specializzata nella progettazione e costruzione di forni per la produzione di calce, che ha sede al Point di Dalmine.

La società è stata, per così dire, rifondata alla fine del 2014, quando, con un vero e proprio blitz, Rizzi - che, pur rimanendo presidente, nel 1997 aveva ceduto le quote a Unicem, quindi alla tedesca Rhi e, dal 2007, agli austriaci di Fmw Industrieanlagenbau - aveva ricomprato l’azienda in seguito a una gestione giudicata «poco prudente» della Fmw che aveva portato all’insolvenza, con ripercussioni anche sulla Cimprogetti che nell’«annus horribilis» 2014 aveva chiuso il bilancio con 3,7 milioni di «rosso».

Poco più di un anno fa, dunque, con Rizzi tornato padrone della sua azienda, una Cimprogetti di nuovo tutta bergamasca, sono partite la riorganizzazione e la ripresa dell’attività, governate dal nuovo organigramma che vede, un gradino sotto l’amministratore unico Rizzi, un «comitato coordinamento budget», formato da tre manager: il direttore tecnico Luca Sarandrea, 43 anni, il direttore commerciale Paolo Caimi, 48 anni, e quello amministrativo e finanziario Andrea Rubini, 51 anni, che sono diventati anche soci e detengono il 20% del capitale (Rizzi ha il 60%, e un altro 20% è in mano ad altri dipendenti).

«Questa - racconta Rizzi - è stata la mossa vincente, una squadra giovane, capace, dinamica e coesa che ha permesso all’inizio del 2015 il rilancio dell’azienda. Così, le commesse l’anno scorso hanno ripreso slancio, dai 13 milioni di euro (per contratti pluriennali) in Iran, grazie alla ripresa delle relazioni economiche, altri 10 milioni tra Indonesia, Malaysia e Laos (commesse che si prolungano nel 2016), poi l’Azerbaigian, la Colombia, le Filippine, l’Indonesia, la Corea e il Vietnam. Ma il colpo grosso che l’impresa di Dalmine metterà a segno nel giro di un paio di mesi sarà la costituzione di Cimprogetti of India.

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