Regione e Provincia contro il flagello del mais

La diffusione della diabrotica del mais, un insetto che attacca le produzioni di mais e che ha infestato anche la Bergamasca, è stata al centro ieri, nella sala riunioni della sede territoriale di Bergamo della Regione Lombardia, dell’incontro divulgativo promosso da Regione e Provincia. All’ordine del giorno, appunto, il «monitoraggio aziendale per il controllo della diabrotica del mais in Lombardia».

«La diabrotica del mais - ha spiegato il dirigente della sede territoriale Vincenzo Angelini - è giunta in Italia dall’America e si è ormai sensibilmente insediata anche in Lombardia. Dopo il suo ritrovamento a Venezia nel 1998 e i primi danni causati in Lombardia nel 2002, da allora, grazie alla gestione istituzionale operata dalla Regione e all’attenzione prestata dagli agricoltori nelle aree più a rischio, non ha causato altri danni, ma rischia di ripresentarsi se non si monitorano le produzioni. I metodi di controllo esistenti, infatti, se applicati, garantiscono buoni risultati».

L’insetto è giunto in Italia tramite le linee di trasporto e ha causato l’annientamento di intere produzioni tanto da imporre divieti di coltivazioni in aree infestate: problemi che possono essere risolti con una naturale rotazione agraria, dato che l’insetto attacca solo le produzioni di mais. La Regione, in sinergia con la Provincia, ha monitorato la situazione delle coltivazioni, ha identificato le aziende colpite e ha raccolto dati per fare il punto sul grado di infestazione: i due enti hanno fornito le trappole fototropiche (strumenti che attirano l’insetto con un colore particolare) e i produttori si sono poi impegnati per raccogliere i dati e fornirli per lo studio del problema, dati ora in fase di elaborazione. «La Provincia - spiega Luigi Pisoni, assessore all’Agricoltura, caccia e pesca - è da tempo scesa in campo, con la Regione e gli altri enti impegnati, nella lotta contro la diabrotica. L’insetto è attualmente sotto controllo sul nostro territorio, ma non va sottovalutato alla luce dei danni provocati negli anni scorsi in Nord Italia e tuttora in alcuni Paesi centro-orientali». Oltre al dirigente della sede territoriale della Regione Angelini e all’assessore Pisoni sono intervenuti Marco Boriani del servizio fitosanitario della Regione, Alberto Verderio dell’Istituto sperimentale per la cerealicoltura di Bergamo, Claudio Caggioni dell’Associazione provinciale allevatori, e il produttore agricolo Fabio Campana.

(26/11/2004)

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