Economia / Bergamo Città
Giovedì 09 Gennaio 2014
Quasi 9.000 licenziamenti nel 2013
Ma si tratta di cifre sottostimate
Per il dato complessivo delle mobilità nel 2013 (8.933), è necessario tenere presente che a partire dall’anno che si è appena concluso non sono più state pubblicate le liste di mobilità relative alle piccole aziende, fino a 15 dipendenti .
Anno dopo anno, dal 2008 a oggi, le cifre relative alle mobilità nella nostra provincia danno l’idea esatta dell’andamento della crisi, in tutta la sua drammaticità. L’Ufficio Studi della Cgil di Bergamo ha presentato giovedì mattina i dati sui licenziamenti registrati nell’arco del 2013, osservandoli da diversi punti di vista e analizzandoli per classi di età dei licenziati, ma anche per genere, nazionalità e settore di provenienza.
Il tentativo è quello di offrire uno sguardo d’insieme, facendo dialogare dati diversi, non completamente omogenei (soprattutto a seconda che si tratti di piccole aziende con organico fino a 15 dipendenti o di realtà medio-grandi), ma ugualmente di grande valore per capire cosa sia accaduto negli ultimi dodici mesi.
Per quanto riguarda il dato complessivo delle mobilità nel 2013 (8.933), è necessario tenere presente che a partire dall’anno che si è appena concluso non sono più state pubblicate le liste di mobilità relative alle piccole aziende, fino a 15 dipendenti (ex Legge 236). Il dato del 2013, dunque, comprende il totale annuale delle liste per le aziende con più di 15 dipendenti (ex Legge 223) integrato con il dato dei licenziamenti – da gennaio a novembre, quindi incompleto – comunicato dalla Provincia alla sottocommissione per le politiche del lavoro e relativo ai licenziamenti non confluiti in lista di mobilità perché afferenti alle non più pubblicate liste L. 236.
Se ci si riferisce alla situazione fino al novembre 2013, il 41,2% dei licenziamenti è avvenuto in aziende con più di 15 dipendenti e il 58,8% in aziende fino a 15 dipendenti nelle quali è occupato più del 50% dei lavoratori bergamaschi. Passando in rassegna i dati in allegato, dunque, è necessario tenere conto di questa percentuale. Si tenga anche in considerazione il fatto che tutti questi dati si riferiscono a licenziamenti di lavoratori assunti a tempo indeterminato. Dunque non si fa riferimento a lavoratori precari, né a quelli con contratto a tempo determinato né alle molte “false” partite IVA che esistono anche nel nostro territorio.
Alla conferenza stampa hanno partecipato Orazio Amboni dell’Ufficio Studi provinciale della CGIL e Fulvio Bolis della segreteria CGIL di Bergamo.
In allegato, le slide con l’analisi dei dati contenuti nelle liste di mobilità compilate dalla Sottocommissione Regionale per le Politiche del Lavoro.
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